Missing. Enzo Baldoni morto e rimosso
Dell’anno passato ho trattenuto un ritaglio di Repubblica del 30 settembre 2004. Lo scritto incornicia la faccia di un uomo che mi guarda. E’ uno sguardo divertito, intelligente, pronto a raccontare. Le mani sostengono il mento con un vezzo da star. Quasi una presa in giro.
Enzo Baldoni è da tre mesi in attesa sotto la calamita del mio frigorifero. Con lui la lettera del fratello, che dopo la liberazione delle due Simone, poneva alcune preziose domande su governo, opposizione, servizi segreti, tracciando un solco profondo tra una gestione efficientissima e un’altra totalmente inaffidabile, quasi si avesse a che fare con due governi, due opposizioni, due servizi segreti. “Perché dopo tutto questo tempo non si riesce ad avere il benché minimo indizio su che fine abbia fatto il corpo di un occidentale clamorosamente rapito e ucciso nella non immensa periferia di Bagdad?” E ancora: “pensiamo siano cose che molti italiani si chiedono, confusi da questa improvvisa e un po’ sguaiata gara della nostra classe politica ad attribuirsi meriti e medaglie, mentre un mese fa era tutto un nascondersi nei coni d’ombra disegnati dalle poltrone. Qualcuno può rispondere?”
Enzo Baldoni è stato rimosso dai politici. Dimenticato lui e la sua famiglia. Inascoltate le domande del fratello. Archiviate le fotografie, gli speciali, i ricordi. Come fosse anche lui inghiottito da un’onda. Passato di moda. Inadeguato. Fuori tempo massimo.
La sua faccia e quel “qualcuno può rispondere?” racchiudono tutti i corpi cancellati due volte, dall’assassinio e dal menefreghismo. Il suo sorriso, un risorsa per quanto verrà.
(Giullia Parodi)