Duelli grafici. E’ davvero una forza l’assenza del dubbio?

Esisteva un gioco che, all’età di tre o quattro anni, mi rapiva completamente: si trattava di collocare oggetti dalle forme geometriche ben definite (un cubo, un parallelepipedo, un cilindro, una stella, una luna) nella sede corretta. Uscendo di casa e trovandomi di fronte all’enorme manifesto di Biasotti, questa volta all’attacco in un nuovo capitolo del duello grafico, ho avuto un fortissimo dejà vu che mi ha riportato a quella beata età.


L’impostazione si è ulteriormente semplificata, lo sfondo è divenuto bianco. Campeggia in alto la scritta “Io sto con Biasotti”, alla riga successiva “Perché è determinato”, quindi, ancora sotto, l’invito “Chiama…” e per ultimo, incalzante, “Unisciti a noi”. Le forme sono nette e si stagliano contro il fondo, come la figura sorridente del fondatore del comitato, dalla base elettorale dell’”Unisciti a noi” alla sfera che trionfa in apoteosi sulla costruzione, con la solita presenza sindonica di Biasotti. Il manifesto, oltre a suggerire chi votare, allunga una motivazione al passante a metà tra il curioso il distratto che si interroga: ”Ma perché dovrei votare lui?”. Semplice, perché è determinato.
Allora mi fermo a pensare di come il chiaroscuro sia fertile per la nascita delle idee, di come il dubbio quale condizione necessaria dell’esistenza sia una delle preziose eredità cartesiane, di come però, ahimè, mettersi in discussione significhi vacillare, per un attimo, divenire quindi meno competitivi ed aggressivi nella corsa all’eccellenza.
Determinazione ostentata, quindi modello vincente per una società che per avere più successo abdica al pensiero, al di là dello sforzo speculativo del cilindro e del parallelepipedo.
(Eleana Marullo)