OLI 395: CITTA’ – Scuola Daneo, la nuova Genova
Nei giorni scorsi la scuola Daneo ha tenuto tra Via Cairoli e Piazza della Meridiana il suo mercatino annuale. Con la vendita dei piccoli oggetti prodotti dai bambini vengono finanziate attività che senza questo sforzo straordinario di speranza e fantasia non potrebbero esistere, in un mondo in cui la scuola è abbandonata da tanti anni alla deprivazione di risorse tanto indispensabili quanto negate.
A un certo punto inizia il coro, diretto dalla Maestra Giusi Giannubilo. In tanti a Genova ormai lo abbiamo sentito, ed è sempre una festa.
Giusi mi dice che sono in trecentocinquanta oggi le bambine e i bambini. La metà italiani, l’altra metà ancora no, anche se ne avrebbero, a rigor di logica, diritto perché sono nate e nati qui, seconde e terze generazioni, che iniziano regolarmente la scuola a inizio anno, diversamente da come avveniva anni fa, quando bambine e bambini di famiglie appena immigrate arrivavano quando capitava.
Non era facile fare fronte a queste classi a geometria variabile; oggi il problema non c’è quasi più perché di immigrati nuovi ne arrivano pochi. La maestra lo dice senza sollievo e senza allegria.
Già, si fermano in mare, o nei ‘centri di accoglienza’.
Un bambino propaganda la vendita: “Comprate! Per piacere comprate! E’ per il nostro futuro!” Sullo sfondo due striscioni recitano: “Per la scuola pubblica, per la scuola di tutti” e “Un piccolo mondo unito a sostegno della buona scuola e della cultura”.
Buon 2014, Genova.
(Paola Pierantoni – Foto dell’autrice)
A un certo punto inizia il coro, diretto dalla Maestra Giusi Giannubilo. In tanti a Genova ormai lo abbiamo sentito, ed è sempre una festa.
Giusi mi dice che sono in trecentocinquanta oggi le bambine e i bambini. La metà italiani, l’altra metà ancora no, anche se ne avrebbero, a rigor di logica, diritto perché sono nate e nati qui, seconde e terze generazioni, che iniziano regolarmente la scuola a inizio anno, diversamente da come avveniva anni fa, quando bambine e bambini di famiglie appena immigrate arrivavano quando capitava.
Non era facile fare fronte a queste classi a geometria variabile; oggi il problema non c’è quasi più perché di immigrati nuovi ne arrivano pochi. La maestra lo dice senza sollievo e senza allegria.
Già, si fermano in mare, o nei ‘centri di accoglienza’.
Un bambino propaganda la vendita: “Comprate! Per piacere comprate! E’ per il nostro futuro!” Sullo sfondo due striscioni recitano: “Per la scuola pubblica, per la scuola di tutti” e “Un piccolo mondo unito a sostegno della buona scuola e della cultura”.
Buon 2014, Genova.
(Paola Pierantoni – Foto dell’autrice)