Elezioni/1. L’ombra di un successo difficile da bissare
Novanta giorni alla conclusione della campagna per l’elezione, in Liguria, del presidente della regione. Con un record già assicurato: è la più lunga che si ricordi e, per molti mesi, ha avuto un solo concorrente, Burlando, il candidato del Centro sinistra.
La candidatura (peraltro prevedibile) del Centro destra, Biasotti, è stata infatti ufficializzata solo il 12 novembre. Complicazione per i sondaggi: quale valore si poteva attribuire, si chiedeva lo staff di Burlando, a un vantaggio su un avversario che non c’era?
Il candidato Biasotti va al confronto con una lista personale, sostenuto da un movimento che porta il suo nome. Dopo una serie di manifesti dove i suoi sostenitori (persone “qualunque”, indicati con immagine, nome e cognome) dichiaravano “Io sto con la Liguria”, nella seconda serie (ultima affissa) sono passati al più esplicito “Io sto con Biasotti”. Bandito ogni riferimento programmatico, la loro scelta è dovuta al fatto – si legge – che “Biasotti è indipendente”. Sottinteso: dai partiti la cui popolarità – come è noto – è da tempo in declino.
Tutto il contrario del candidato Burlando che si presenta come espressione di una federazione di partiti e di lunghe e laboriose riunioni per accordarsi. “Sono state necessarie 16 riunioni delle segreterie del centro sinistra”, ha detto Conti, di Rifondazione (quotidiani del 10 novembre). Tante o poche sono quelle risultate necessarie dopo che, all’inizio dell’estate scorsa, partiti dell’Ulivo e alleati avevano deciso “di riprendere in mano il timone della rappresentanza politica”. Anche se nessuno pensava che l’avessero mai abbandonato (il timone), la candidatura Burlando secondo i DS (quotidiani del 29 e 31 luglio ’04) aveva il compito di marcare la fine di un periodo in cui i candidati, gli amministratori “avevano un rapporto coi partiti abbastanza labile”. Non vogliamo tornare – aveva rassicurato il responsabile dei DS, nel giorno della presentazione del candidato – “alla vecchia fase dei partiti che decidevano tutto” ma, al contrario, inaugurare un metodo nuovo. Quale? aveva chiesto un giornalista. E la risposta: “il metodo Burlando che per la sua storia sa coniugare i rapporti coi partiti e i rapporti con la gente”.
Nella campagna elettorale in corso, Burlando ha assunto il ruolo, riconosciuto un po’ da tutti, dello sfidante che ha già quasi vinto. Lo schieramento di centro sinistra gode nei sondaggi di una larga supremazia: circa 10 punti. Più critico il confronto tra i due candidati: Burlando avrebbe nei confronti del suo diretto avversario un vantaggio di circa un punto e mezzo che, ancora qualche settimana fa era di tre punti. Perché? La risposta ufficiale è che Burlando è poco conosciuto! Inutile aggiungere che sullo sfondo ma non troppo c’è il clamoroso successo elettorale di Marta Vincenzi alle Europee. Burlando riuscirà a ripeterlo?
(Manlio Calegari)