Anno giudiziario. Il black-out del TG3 sul caso Sansa

Ancora una volta l’inaugurazione dell’anno giudiziario non è stata soltanto un rito. Dappertutto. Anche a Genova, dove il Procuratore generale della Corte di Appello ha esordito ricordando che per fortuna in Ciampi abbiamo un vero custode della Costituzione. La sua relazione dopo aver elencato, com’è, questo sì, abituale, i principali problemi del distretto, ha messo in rilievo il problema del Tribunale dei minori dove manca il presidente ormai da quattordici mesi, dato che la nomina di Adriano Sansa viene bloccata dall’ostruzionismo del ministro Castelli.


Si tratta di un nodo che ha occupato non poco la seduta pubblica, ma il TG3 Liguria non ha riferito una sola parola, come non ha neppure citato la presenza del vicepresidente del CSM, Virgilio Rognoni, forse perché è stato fin troppo chiaro sull’argomento: abbiamo approvato da tempo la sua candidatura (di Adriano Sansa), ma ancora non c’è il concerto del ministro Castelli. Anche Anna Canepa (presidente della giunta Ligure dell’ANM) e Waldemaro Flick (presidente del Comitato per lo Stato di Diritto) hanno sottolineato le gravi conseguenze del protrarsi di questa situazione in un tribunale che ha giurisdizione su tutta la Liguria e che deve operare in stretto e costante rapporto con i servizi sociali.
A Genova, come segnala anche la relazione del Procuratore Generale, aumenta la criminalità minorile, ci sono maggiori rischi per la regolarità delle adozioni che sono diventati ancora più impellenti dopo la tragedia asiatica e il Tribunale dei minorenni di Genova è permanentemente in notevole difficoltà. Ci si chiede, se non esistono meccanismi che impediscano al governo di fare gli affari propri e al ministro di prendere le proprie personali vendette.
L’istituto del concerto è semplice. Se, per caso il ministro, esprimesse un parere negativo in ordine alla proposta di Sansa per la nomina a presidente del Tribunale per i minori di Genova, il CSM, potrebbe – se lo ritiene – procedere comunque alla nomina. Pare paradossale che si possa bloccare una nomina protraendo pretestuosamente e indefinitamente l’espressione di un parere. “Se il ministro Castelli non darà il suo concerto, si aprirà un conflitto istituzionale. Il Csm farà ricorso alla Corte Costituzionale”, ha dichiarato il vicepresidente del CSM. Per la Tv (di Stato o di casa Berlusconi) il caso comunque non esiste.
(Oscar Itzcovich)