Elezioni 2. Poco convincenti le pagelle di Zara
Eugenio Scalfari non perde occasione per evidenziare le ambiguità e le contraddizioni degli occupanti la “casa delle libertà”, anche di quelli ritenuti i meno peggio.
Domenica 9 gennaio, su Repubblica, nel post scriptum del suo efficace “commento domenicale” chiosa la dichiarazioni al Corsera del neo vice premier Follini sulle recenti nomine: “Il budino si giudica dopo averlo mangiato” e aggiunge: “lasciando tutto il tempo ai due per arrecare danni al paese per totale incompetenza l’uno, per evidente conflitto di interessi l’altro”.
Il corrispondente dell’Economist, invece, scrive che “l’Ulivo ha sempre più difficoltà a costruire un fronte unito nella sfida al premier Berlusconi”.
Anche a livello ligure, candidature presentate come condivise e granitiche iniziano ad essere messe in discussioni sia in termini di persone che di programmi. Il Giornale del 7 Gennaio, titola “Il popolo di sinistra fa appello a Roma: con Burlando in Liguria si perde” e riporta stralci della “lettera aperta agli elettori di centro-sinistra firmata da alcune associazioni e componenti interne ai partiti della sinistra genovese”. La Repubblica – il Lavoro dell’8 gennaio titola, nel fondo “La politica”, “Così rischiamo la sconfitta con Biasotti”. Giuliano Pennisi, segretario dello SDI dichiara riferendosi alla Liguria “la Margherita usa il doppio binario e aspetta le decisioni nazionali, i ds stanno in surplace…abbiamo tre priorità di cui non sentiamo parlare: … pensare Liguria (regione divisa, unita solo da un binario ferroviario rimasto unico)… emergenza lavoro (ma chi ci pensa?) … la sanità (un disastro)… Il programma del centro sinistra deve essere completo…Non rivendichiamo nulla semmai un po’ più di collegialità e più senso unitario nel condurre la battaglia”
In controtendenza il neo senatore di Albaro (“Le cinque I della legge finanziaria” – l’Intervento pagine locali della Repubblica del 9 Gennaio) che, criticando giustamente la Finanziaria ed i mancati impegni per lo sviluppo della nostra città, distribuisce diplomi di benemerenza ai presidenti delle Camere e ad altri due esponenti della c.d.l., presidenti di commissioni parlamentari. I primi due, Pera e Casini, per aver stigmatizzato l’operato dell’esecutivo, l’on. Crosetto (F.I.) “persona seria”, per aver parlato di doppia umiliazione inflitta alle Camere. Infine l’on.Tabacci, “altra persona per bene”, per aver proposto, nell’impossibilità di far esaminare approfonditamente alla commissione la materia, di rifiutare di fornire i pareri sulla legge finanziaria richiesti dall’iter parlamentare. Se le valutazioni sono giustificate e se, contestualmente, la finanziaria è diventata legge (ovviamente anche con il voto di fiducia dei quattro sopraccitati), l’elettore si domanda, sorpreso, dove sta la serietà e quali sono i nuovi parametri per guadagnarsi tale attestato nell’attività parlamentare e politica.
(Vittorio Flick)