OLI 425: BENI COMUNI – Stonehenge, tutto il mondo è paese
Stonehenge è il sito di resti megalitici più noto di tutto il mondo, recentemente recuperato con un grandioso progetto che colloca la collina delle Pietre lontano da qualunque edificio, una volta gli ingressi erano ad un tiro di schioppo e i visitatori vi passeggiavano arrivando a toccarle. Un po’ come per le Piramidi di Giza a Il Cairo, che t’immagini sperdute nel deserto ed invece hanno l’edificato urbano a un soffio, cosicchè la grandiosità del monumento è sopraffatta da cammelli, chioschi e case fatiscenti. Ai megaliti di Stonehenge arrivi con pulmini che ti accompagnano sino ad un percorso pedonale, che ti tiene ben lontano, salvaguarda il sito e ti appare in lontananza in una visione ancora più suggestiva. Non è così per un sito a pochi chilometri da
Stonehenge, che non è noto e non rientra nel circuito turistico mondiale. La località si chiama Avebury, vi si accede da un cancelletto aperto al pubblico, senza sicurezza, anche qui in un paesaggio da sogno, la verde campagna inglese con distese di prati gialli, i campi di colza, che in questa stagione pare d’essere in Provenza, una collina, un fossato intorno e un cerchio di pietre. Vicino ci sono però un paio di case, un pub è a pochi metri dal monumento e placida, incredibile, si srotola una strada. Sì, proprio una strada bella asfaltata, su cui passa indisturbato il traffico e che interrompe il magico cerchio. Povera Avebury, a quanto pare, non è Patrimonio dell’Unesco, anche se essere tutelati non vuol dire niente, vedi Pompei dove domenica scorsa, come prima domenica del mese ad ingresso gratuito, sono state fatte entrare trentatremila persone, al collasso la sorveglianza e lo stato della meravigliosa Pompei.
(Bianca Vergati – foto dell’autrice)