Parlate arabo?. Un ouro e una parola non si nega a nessuno
Molti di noi sono diventati amici del macellaio o del panettiere arabo o, più facilmente, del venditore di kebab perché hanno instaurato un rapporto che va al di là del semplice acquisto. Come avveniva un tempo, col droghiere o il ferramenta oggi scomparsi a causa dei centri commerciali fuori città.
E’ più difficile fare amicizia con un ragazzo che ti vuole vendere rose (tutte le mattine, anzi tutte le volte che gli passi davanti: cioè più volte al giorno). Non parliamo poi dell’anziano che incontri al semaforo. Anche se ha capito che non vuoi lavare i vetri, ti propone i kleenex chiedendo comunque “un ouro per mangiare”. Sono sei anni che ci conosciamo perché abbiamo gli stessi cicli. Stanco di negare l’ouro ho deciso di comprare anch’io qualcosa. Però qualcosa di utile o quanto meno di utilizzabile.
Ho comprato frasi. Le ho comprate nel 1998 a cinquemila lire l’una. Le ho anche usate, ma poi le ho dovute abbandonare. Poi vi spiego perché. Intanto vi regalo le frasi, così qualcuno potrebbe ancora farne uso. Per voi comunque sono gratis. Poiché la mia tastiera ha solo caratteri latini, vi regalo le frasi in forma sonorizzata: leggendo le parole che vedete (meglio se le imparate a memoria) vi farete capire da un maghrebino. Ecco qua:
Gliùm haera héiba (Oggi è una brutta giornata)
Gliùm haera ziina (Oggi è una bella giornata)
Nciau pu gliùm (Ci vediamo oggi)
Nciau pu reddà (Ci vediamo domani)
Monarràsch (Non capisco)
Ma-edik terrìr (Non ho soldi)
Fiìma parketìr (Piove troppo)
Ana gliùm tha bana (Oggi sto male)
Tisbahi ana maer (Buona notte)
Cheéf alak? (Come stai?)
La-ha, schukran (No, grazie)
Le frasi sono state acquistate con l’aiuto di un registratore e la loro trascrizione fonetica può essere personale. Una cosa è sicura: non si tratta dell’arabo ufficiale. E’ un dialetto usato nell’area montuosa da cui proviene la gente che vuole l’ouro. Dicendone una alla persona che vi chiede l’ouro lo fate sentire a casa. Sorride immediatamente. Poi cominciano i problemi, perché lui vuole continuare a parlare…
(Rinaldo Luccardini)