OLI 427: COMUNE – Un bilancio partecipato?
Sarà che probabilmente nelle linee programmatiche della giunta Doria non si trova nulla di specifico nella parte relativa alle finanze, ma le promesse della campagna del 2012 di aprire il comune alla partecipazione oggi si risolve, addirittura, in una specie di marcia forzata di soli 15 giorni per la votazione del bilancio 2015. E il percorso non riguarda solamente i documenti programmatici di bilancio, ma anche una serie di regolamenti e di delibere che interessano il Piano triennale dei lavori pubblici (224 milioni di euro in tre anni), il regolamento e i coefficienti IMU e TASI, il piano finanziario di Amiu e relativo regolamento e tariffe TARI (226 milioni di euro per il 2014),
Tutto questo ha girato per pochi giorni anche nei Municipi, che si sono lamentati del poco tempo a disposizione per lo studio e la votazione del parere (comunque favorevole di tutti).
Anche il percorso istituzionale in Comune ha segnalato dei cambiamenti che ripercorrono le fiducie proposte da Renzi in Parlamento: quest’anno nessuna commissione con le associazioni e i comitati cittadini per i lavori pubblici, una commissione “farsa” di poche ore per ascoltare tutti quelli che hanno risposto alla chiamata di lunedi mattina (Ascom e qualche altra associazione) su IMU, TASI, TARI, seduta tra l’altro sollecitata battendo i pugni dalla opposizione. Così come un’ultima commissione sul bilancio vero e proprio è stata nuovamente richiesta dall’opposizione un torrido giovedi pomeriggio, prima della chiamata in aula della delibera.
Con questo nuovo metodo, inaugurato dopo la delibera della Gronda (con la quale Doria ha di fatto consegnato l’inutile opera autostradale alla conferenza dei servizi, ossia all’organo che ne delibererà la costruzione) e proseguito con la recente delibera sul trasferimento del personale tra partecipate (che ha richiesto ben tre consigli per essere votata per mancanza del numero legale), Doria ha consegnato la sua amministrazione in mano ai poteri forti della regione e ha escluso qualsiasi forma di partecipazione ed opposizione dalla sua amministrazione.
Mentre a Parma il Consiglio dei 500 messo sù da Pizzarotti si prepara al percorso partecipativo che si pronuncerà sull’ingrandimento dell’inceneritore richiesto da Iren per bruciare, tra l’altro, i rifiuti liguri provenienti anche da quella Genova che per anni si è addormentata sulla propria discarica, subendone adesso le temibili conseguenze economiche e soprattutto ambientali.
(Stefano De Pietro)