OLI 427: REGIONE – Oooh lovely, Lo-Ve-Li
Il Palazzo della Regione Liguria, in piazza De Ferrari a Genova, quando era sede della compagnia Navigazione Generale Italiana, circa 1930, in pieno Ventennio. |
Se non altro la Liguria, dopo il botto elettorale, è sempre sui media per il nuovo governatore fintamente ipercinetico Giovanni Toti.
Il pupone infatti scorrazza con Maroni e Zaia, fa proclami, si mostra sibillino e rigoroso sul suo parlamentino, minaccia di annullare le ferie, raduna gli eletti in convento, si è finalmente insediato. Con i 5stelle che scrivono a lui “personalmente in persona” come dice l’aiutante di Montalbano e i giornali che scrivono sul nulla. Tutto un agitarsi per non fare. In realtà i numeri della maggioranza lo spaventano da matti, non tanto e non solo per la difficoltà a governare, quanto perché gli toccherà sempre essere presente: un incubo!
E come farà con Arcore, la vita mondana milanese, romana, marinara? Lui che pensava di aver appeso il cappello divenendo il portavoce di Silvione, dopo aver sudato sette camicie a fare quel capolavoro di Tg4. Da un talk all’altro con quella sua voce da Bubu, spargeva in giro il Verbo del padrone e mai e poi mai pensava di essere eletto presidente in Liguria, “Una regione”, come si è trovato a dire più volte, “che vale forse quanto Brescia”.
Così adesso “la Liguria lavorerà con il Nord-Ovest e con un occhio ad est”, ovvero Veneto e Lombardia: auguri, speriamo, visto che la Liguria, quando va bene, è stata considerata il sud del mitico Nord.
Persino il quotidiano La Stampa ci ha abbassato il target. Su Genova per tanto tempo si comprava La Stampa con il Corriere Mercantile, poi l’acquisto del Secolo XIX e la decisione di puntare per il capoluogo proprio su quest’ultimo: un flop per la Stampa, che senza il Corriere Mercantile ha visto paurosamente diminuire le sue copie, tranne per il Ponente, meta affezionata di tanti piemontesi, amanti della Riviera dei Fiori e per la quale produce un buon inserto.
Nemmeno in occasione delle elezioni regionali La Stampa ha considerato un granché la Liguria, tanto che il 2 giugno è uscita con articoli uguali-uguali sui due giornali: “Renzi mette la mimetica” pag.3 La Stampa, pag 13 Il Secolo XIX; “Pastorino traditore”, rispettivamente a pag 3 e a pag. 4; “L’effetto Pastorino non è stato decisivo”, pag. 9 e pag. 12; “ Stop ai migranti, zero burocrazia”, pag.5 e pag. 3. Il tutto è parso un copia-incolla avvilente da parte di un quotidiano che pareva essere affezionato alla nostra Regione. Per fortuna ora c’è Toti: un titolo al giorno farà sparire i problemi di torno.
(Bianca Vergati – foto Archivio fotografico del Comune di Genova)