Migranti – Morire per un tesserino scaduto

Il presidente della più grande potenza mondiale Barak Obama ha dedicato la grande parte dei suoi sforzi durante il primo anno della sua amministrazione alla riforma sanitaria. La sua preoccupazione era garantire il diritto alla cura ed alla salute anche alla parte più povera dei cittadini americani. Gli Stati Uniti, per quanto riguarda il diritto alla salute, diventano più europei, più italiani. Eppure sembra che la causa della morte di Rachel, una bimba di 13 mesi, avvenuta il mese scorso a Cernusco sul Naviglio (Milano) sia proprio la scadenza della carta sanitaria del padre nigeriano e le cure rifiutate alla piccola. Una grande tragedia ed una grande sconfitta di ogni cittadino e di ogni responsabile nel campo della burocrazia sanitaria.


La nostra costituzione e le nostri leggi, persino la legge Bossi – Fini, non lasciano alcuna persona, compresi i migranti, senza il diritto alla cura ed alla salute. Come è potuta accadere una simile tragedia? La scadenza di una tessera sanitaria di un cittadino italiano non significa la scadenza dell’iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale o la perdita del suo diritto alla cura ed alla salute. Lo stesso discorso vale per il cittadino migrante regolare. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo contro ignoti, ma in generale sono convinto che un’applicazione più corretta della legge, in particolare del Testo Unico sull’immigrazione, ci aiuterà ad evitare simili tragedie.
Le norme del D.L. 286/98 (Testo Unico sull’immigrazione) dispongono che gli immigrati regolari “Hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene all’obbligo contributivo, all’assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale” . Il Regolamento d’attuazione del testo Unico dispone chiaramente che “L’iscrizione non decade nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno.”
L’iscrizione cessa soltanto quando la questura comunica alle U.S.L. il mancato rinnovo, revoca o annullamento del permesso di soggiorno, “salvo che l’interessato esibisca la documentazione comprovante la pendenza del ricorso contro i suddetti provvedimenti.”
Occorre dunque una circolare del ministero della Salute a tutti gli assessori regionali alla sanità ed a tutte le ASL (che si comportano in maniera disomogenea a livello nazionale e persino a livello regionale) per una corretta applicazione delle leggi dello stato: la durata dell’iscrizione al S.S.N. degli immigrati regolari deve essere parificata a quella dei cittadini italiani, alla scadenza del permesso di soggiorno non deve corrispondere automaticamente la scadenza dell’iscrizione sanitaria, non ci deve più essere una data di scadenza sul tesserino sanitario dei cittadini migranti salvo nei casi e con le stesse validità temporali previsti per i cittadini italiani (http://www.olinews.it/mt/archives/2009/06/migranti_baster.html).
(Saleh Zaghloul)