Lettere – Leggendo i risultati delle elezioni

Dunque non ha perso lucidità, nonostante l’età, il “nostro” Eugenio Scalfari. Vien da pensare invece che la lucidità l’abbiano persa giornalisti, commentatori politici ed esponenti dei partiti.


Il nostro “editorialista della domenica” mette in rilievo nel suo fondo del 4 aprile in una decina di righe, suffragate da cifre inoppugnabili, il reale significato di queste elezioni. Grazie dottor Scalfari! In molti sentivano il bisogno, da martedì scorso, di conoscere e valutare i numeri assoluti. Ma i giornali pubblicavano solo distorcenti percentuali, sottolineate dagli entusiasmi ingiustificati di alcuni leader. Indubbiamente è una nota positiva constatare l’inizio di un trend negativo del centro destra (perdita di oltre due milioni e mezzo di voti). A questa si aggiunge la speranza che centro sinistra ed alleati, presenti o potenziali, facciano tesoro della lezione ricevuta da quell’elettorato che si è rifugiato nell’astensione in presenza di amministratori indegni, candidati inquisiti, “cacicchi”, vecchi notabili discutibili ma restii a lasciare la scena politica.
Discorso a parte per una candidatura specchiata ma sconfitta: la Bonino! Come poteva vincere? In Roma, la così detta “città santa”, non poteva avere spazio una radicale! Neppure colei che aveva dato prova di essere un ottimo gestore della cosa pubblica. Quali gli impedimenti? L’esperienza Marrazzo e il Vaticano. Peccato, il Lazio ha perso una ottima occasione e l’opposizione anche.
Sul Vaticano e sulla CEI basta ricordare, oltre alle numerose gaffes in cui è caduto il papa, lo storico incontro all’aeroporto di Roma con il nostro presidente e la sua frase “Che gioia rivederLa”, che ha lasciato disorientati sia i cattolici che i laici. Pensiamo che, nella migliore delle ipotesi, Benedetto XVI sia mal consigliato da chi fa un mercimonio tra consenso elettorale e contributi alla scuola privata o esenzioni ICI utilizzando a tal fine i valori etici come slogan elettorali.e messaggi mediatici, in materie quali l’aborto che esulano dalle competenze dei così detti governatori. Forse un “rimpasto”, con sostituzione di quei consiglieri troppo orientati al potere temporale e alla prosperità delle destre italiane, potrebbe giovare all’immagine della Chiesa in un momento di crisi e di disorientamento.
Ma, venendo ai dati citati da Scalfari e poco riportati dagli altri giornali, “il PDL ha perduto due milioni e mezzo di voti, il PD un milione, l’IDV 450.000, l’UDC 360.000” e la Lega, che ne ha perso meno di tutti, totalizza 147.000 voti in meno. Il futuro, quindi è in mano agli astensionisti e a chi avrà la capacita di ridare credito alla politica.
(Vittorio Flick)