Cultura – Poetica dei ricordi di Rosetta Loy

La primavera ha fatto capolino in città con due giorni d’anticipo, il 19 marzo scorso. Il sole ha risvegliato il rosa caldo delle pareti di Palazzo Tursi e, se la visuale non fosse stata serrata dai vicoli, affacciandosi dalle sue finestre, fronte via Garibaldi, si sarebbe probabilmente goduto di uno di quegli orizzonti vasti e profondi che Roma sa regalare. Un pomeriggio di primavera romana a Genova, in compagnia di Rosetta Loy, ospite della rassegna Scrittrici Oggi.


Incalzata dalle attente domande di Eliana Quattrini, Rosetta Loy ha condotto il pubblico che l’ascoltava attraverso il suo ultimo libro La prima mano, opera autobiografica, anomala nella sua produzione, con la quale ripercorre un arco di venticinque anni della sua vita, dall’infanzia durante la guerra alle esperienze di giovane donna. L’ordine casuale dei ricordi che si affacciano alla mente e fluiscono come flashback nel racconto, la scelta istintiva delle fotografie incluse nel libro, fanno emergere figure familiari e luoghi vissuti. Villeggiature in campagna, l’amata Engadina, Parigi città eletta insieme a Roma città natale. Poetica dei luoghi e delle persone che la colloca accanto a Natalia Ginzburg e i suoi minuti particolari di in Famiglia.
La prima mano è quella forte, dalle unghie spesse, del padre. Sebbene lo ricordi alto e magrissimo, la sua mano sapeva infondere a Rosetta bambina sicurezza, anche in una fase drammatica come quella del disvelamento della guerra agli occhi stupiti dell’infanzia che di prim’acchito l’avevano accolta come una festa. È la voce paterna che le parla delle Fosse Ardeatine e di via Rasella, che colora il calcolo matematico di una tabellina, nella tragedia di Roma assediata dalle SS. Gli stessi tedeschi che con un amica vede scappare via dalla città con inaspettata umanità, lasciandosi alle spalle nelle macerie dei loro quartieri generali sbiadite figurine di donne dipinte alle pareti.
Sapere, conoscere e capire. La Storia è parte essenziale del flusso narrativo di Rosetta Loy, frutto della necessità di interrogarsi e comprendere come eventi fuori dalla quotidianità possano determinarne invece lo svolgimento. Con sincerità lei stessa ha esposto una sua preoccupazione ai presenti: il Novecento, apertosi con la I Guerra Mondiale e sfociato nell’Olocausto, è ancora irrisolto. Abbiamo forse risposte che possano racchiudere la complessità del secolo scorso?
(Maria Alisia Poggio)