Elezioni – L’astensionismo visto dai migranti
L’astensionismo è una questione che interessa in modo particolare i cittadini immigrati che non avendo il diritto al voto sono costretti ad astenersi. L’80% degli immigrati genovesi sono residenti in città da oltre 10 anni ed hanno imparato col tempo l’importanza della partecipazione alla vita pubblica cittadina, regionale e nazionale. Il diritto al voto per loro è prioritario, indispensabile strumento d’integrazione e di democrazia. Il forte desiderio di partecipare alle scelte di governo della propria città, della propria Regione e del loro nuovo paese (Italia) fa trovare loro molto strano che il 20-25% dei cittadini italiani si astenga dal voto.
I commenti prevalenti dei “vecchi” immigrati sull’astensionismo sono più o meno questi: “Uno dei maggiori difetti degli esseri umani è che non sanno valorizzare ciò che hanno e che solo non avendolo o perdendolo si rendono conto di quanto fosse importante”. “Il voto è una grande conquista delle lotte per la liberazione e per la democrazia. Non è un caso che le donne l’abbiano ottenuto molto tempo dopo gli uomini e che molti popoli siano ancora in lotta per avere libere e vere elezioni”.
C’è chi si astiene perché è deluso, chi per protesta e chi crede, così facendo, di togliersi ogni responsabilità dell’uso che si sarebbe fatto del proprio voto. In verità egli compie comunque una precisa scelta politica, quella di fare scegliere agli altri, favorendo la scelta della maggioranza dei partecipanti al voto. Egli, passivamente, ma, praticamente, “vota” per il vincitore. Altro che togliersi ogni responsabilità. Altro che protesta.
In realtà ci vuole un voto più responsabile, più informato, più coerente. Le legge elettorale per le regionali, diversamente da quella per le politiche, è molto più democratica e rispettosa del voto dei cittadini: ci permette di scegliere le persone ai quali dare il nostro voto.
Non votiamo razzisti, antisemiti, guerrafondai, secessionisti, non votiamo chi attacca la costituzione, la libertà di informazione ed il diritto di culto delle minoranze religiose.
Non votiamo i responsabili del declino politico, culturale e morale del nostro paese. Votiamo per le persone che difendono la pace, la democrazia, l’uguaglianza, la legalità, la laicità, il rispetto delle regole. Votiamo chi lavora per i diritti universali al lavoro dignitoso, sicuro e regolare, allo studio ed alla salute. Votiamo le persone che lavorano per la convivenza pacifica, l’interculturalità ed il rispetto delle diversità.
(Saleh Zaghloul)