Cile – Terremoto globale per i migranti di ieri
Cile Ricordi di un negozio del dopoguerra fitto di mensole e scaffali con protezioni perché bottiglie e barattoli non cadessero, tavoli con ripiani di marmo che da orizzontali si ritrovavano improvvisamente verticali. Non si tratta della casa degli spiriti. E’ semplice abitudine al singhiozzo della propria terra. Tale e’ la consuetudine in Cile, che se anche il rumore della materia ti sveglia nel cuore della notte, il tuo compagno di stanza ti invita a girarti dall’altra parte e a riaddormentarti. No pasa nada.
Sabato 27 febbraio 2010 però non e’ stato solo un borbottio, la terra ha tremato per due minuti a quasi 9 gradi della scala Richter. Nessuno ha potuto voltare la testa sul cuscino. Detto con le parole di un amico di Santiago “la natura ha voluto ricordarci che dobbiamo costantemente risollevarci da terra”. Mai dar per scontato di essere arrivati. Ogni volta una prova, chiunque sia a dettarla, uomo o natura, da affrontare con pazienza e dignità. Non e’ fatalismo, ma realism o.
Per tanti genovesi, residenti per lo più in Val Fontanabuona, questo e’ stato un terremoto globale, che ha coinvolto i propri cari, cugini, nipoti e pronipoti. A ricordare che l’immigrazione del secondo dopoguerra c’e’ stata per davvero. Facile trovare un Lagomarsino in Cile, quanto un Parra. Allora gringos, adesso chileni. Precursori di una globalizzazione che anche allora andava per mare per giorni e giorni, su imbarcazioni un po’ meno carretta e un po’ più Titanic della canzone di De Gregori.
La notizia del terremoto e’ giunta alla velocità immantinente a cui i media ci hanno abituato. Condivisione immediata, ma senza altrettanta possibilità di comunicazione. Alcuni, memori dei ricordi dei parenti, di primo acchito non hanno dato peso. Il solito temblor, le case in Chile sono costruite con criterio da sempre.
Il succedersi delle notizie ha fatto realizzare la situazione. Tutti al telefono, senza però esito, tra linee sovraccariche ed interrotte. Immagini che si rincorrono sugli schermi senza poterle riempire di significato. Ci ha pensato la rete. Facebook, Twitter e le email hanno popolato di parole quei volti, rassicurato, consolato e allertato.
Ricordato che dalla terra veniamo e sulla terra andiamo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Valle_Fontanabuona#Le_migrazioni
http://latercera.com/
http://www.emol.com/
(Maria Alisia Poggio)