Lettere – Cercando una via di fuga
Mah! A leggere i giornali e a guardare la poca televisione indipendente viene voglia di cercare una ponziopilatesca via di fuga. Casi su casi di poliziotti che ricattano politici, di politici a dir poco censurabili, di funzionari corruttibili e corrotti dagli imprenditori nei settori più delicati (sanità, bonifiche, ricostruzioni, smaltimento rifiuti), di business sempre più illeciti; a contorno di una funzione pubblica massacrata, servizi inefficaci, stretta sui contratti e le pensioni, degrado quotidiano, machismo sempre più apertamente praticato, conservatorume fariseo dilagante, inettitudine trionfante, menefreghismo generalizzato, populismo vincente: sembra una poesia del fu Accademico d’Italia F.T. Marinetti (oppure assomiglia tanto all’Italia “passatista” di allora quella di oggi). Io il mio piano di fuga non l’ho trovato; anche perché non c’è, come mi sono accorto!
Come mi giro non trovo niente che mi soddisfi, inclusi i miei concittadini e i politici che ci governano localmente, regionalmente. Capita che le strategie regionali mi risultino inspiegabili, come il famigerato piano di accorpamento scolastico, ad esempio, che ha distrutto realtà consolidate: una gran bella “mossa” pensata dai vertici e condivisa da tutti i partiti.
C’è gente che l’anno scorso lavorava e quest’anno non lavora più. In tutti i settori a cominciare da quello della scuola. E’ un bel affare; da non dormirci la notte. Altro che città e regione proiettate nel futuro.
Il risveglio artistico ad esempio. Nella notte sono stato tirato giù dal letto da un gruppo di buontemponi, tutti ragazzetti in gamba che hanno passato le ore piccole ad inneggiare alla Sampdoria, la grande Samp di Pazzini e Cassano, quando ritornerà. I baldi giovanotti si sono sgolati a cantare mica sul disagio esistenziale, giovanile, maschile, femminile o generazionale. Sull’impossibilità di schiodarsi da casa, di fare arte, di emanciparsi. Non protestavano per il lavoro, la democrazia, la libertà di stampa, la mancanza di legalità, una scuola migliore. No! no! proprio per il riconoscimento della loro amata squadra. Adesso la lotta non è più politica, di idee, ma affidata ai giri di un pallone: muri imbrattati di slogan pro Genoa (l’anno scorso) riverniciati a gloria della Samp (quest’anno), scalinate rosse e blu, cancellate e muri blucerchiati. Nel maggio scorso i paladini delle due società si sono pure incontrati casualmente nello stesso posto (nottetempo lungo scalinata Montaldo) per appropriarsene con i colori sociali: ovviamente botte da orbi e tutte le latte di vernice rovesciate. Tanto chi se ne frega,siamo gli eroi del tifo rossoblucerchiato! Per inciso nessuno ha ripulito un bel niente.
Mah mi sa tanto che una via di fuga non ce l’ho! E se cominciassi a pensare di adeguarmi al contesto…
(Elio Rosati)