Elezioni. Dalle mille camicie rosse alla Berlusconi Generation

L’aspro scontro tra Berlusconi (mille camicie azzurre che partono per riconquistare l’Italia) e Prodi (mille mercenari) si è risolto come sempre in uno scontro mediatico a titoli di scatola.


Gli scontati commenti di Bondi, Chicchitto e Schifani, l’accoglienza in ordine sparso dell’Ulivo e le inevitabili prese di distanza da parte di alcuni, gli arretramenti (era solo una battuta, dice Prodi) e i commenti qualificati (non inseguire Berlusconi sul suo terreno, scrive Ivo Diamanti su Repubblica 5 dicembre 2004), le burle e le vignette tendono a oscurare un semplice fatto: c’è poco da scherzare.
Berlusconi sta preparando una nuova e vigorosa struttura elettorale che prevede il reclutamento di mille giovani, due per ogni collegio, una ragazza e un ragazzo, con il compito di aiutare i futuri candidati azzurri. Sarebbe una riedizione della “spedizione dei mille”, che vedrà protagoniste le nuove leve del partito, ribattezzate camicie azzurre, sull’esempio dei comitati elettorali di Bush che tanto contribuirono alla sua vittoria nelle ultime elezioni presidenziali. Saranno remunerati per la loro attività e una settantina di giovani già sarebbero pronti ad attivarsi. Dobbiamo fare come ha fatto Bush, seguire il suo modello per vincere le elezioni del 2006, ha spiegato Berlusconi.
I giovani azzurri precisano: non remunerati, ma percettori di un semplice contributo alle spese sostenute. La distinzione può essere sostanziale, ma comunque sia non bisogna illudersi che basti contrapporre mille volontari. Le mille camicie azzurre costituiscono “una forza propulsiva fresca”, fanno parte della Berlusconi generation. Così la qualifica Alessandro Gianmoena, membro del coordinamento cittadino di Forza Italia Liguria, responsabile nazionale della Formazione Forza Italia Giovani” e direttore editoriale di Ragionpolitica, il sito della Struttura formazione di Forza Italia, diretto da Gianni Baget Bozzo (www.ragionpolitica.it) .
Cos’è la Berlusconi generation? Secondo la definizione di Baget Bozzo è la generazione nata alla coscienza politica dopo la fine della prima Repubblica. “E’ la generazione dei ragazzi globali (Ragionpolitica dedica a loro una sezione) “che vivono la globalizzazione innanzitutto come fatto prima ancora che come principio, come opportunità prima ancora che come cultura, come possibilità prima ancora che come vincolo” (G. Bordero, consigliere del Comune di Sestri Levante). Gianmoena, che deve avere qualche debolezza per la filosofia, chiarisce i compiti: “Amare la nostra società vuol dire cercare di migliorarla. E per fare questo è utile porsi dei problemi, assumendo il fatto che essa non esiste se è perfetta, ma è reale se è perfettibile, poiché crediamo che sia la realtà a darci ragione piuttosto che la ragione a fornirci verità”. Un linguaggio che si colloca tra quello di Berlusconi e quello di Baget Bozzo e che esprime piena convinzione. Vale la pena di visitare il sito dei giovani di Ragionpolitica per cominciare a disfarsi dei vecchi stereotipi come quello, per dirne uno, della loro divisa: giacca e cravatta, ma anche jeans, giacconi, felpe, t-shirt, orecchini e perfino capelli lunghi.
Berlusconi non ha al suo fianco uno stratega geniale della taglia di Karl Rove, l’architetto delle vittorie di Bush. Ha invece Marcello dell’Utri, che da Publitalia, la forma-partito del secolo XXI, guidò in pochi mesi nel 1994 l’irresistibile ascesa di Berlusconi. Dell’Utri che coordinerà la nuova struttura elettorale di Forza Italia – sebbene sia temporaneamente in difficoltà, o forse proprio perciò – si appresta, come Rove in America, a conquistare il cosiddetto “ventre molle” dell’Italia.
Dell’Utri e le sua spedizione di camice azzurre vanno presi seriamente in considerazione.
(Oscar Itzcovich)