Informazione – La strana pratica di edulcorare la realtà

Secolo XIX, 4 febbraio: articolo a firma di Giuliana Manganelli dal titolo “Ellroy e Maggiani cantano ‘Volare’”. Grassetto: “Pubblico divertito per l’esibizione che accompagna l’uscita del nuovo libro: ‘Il più grande artista di sempre? Il vostro Paganini’”.
La cronaca offre un quadro della serata del 2 febbraio nella quale due romanzieri, entrambi di successo si incontrano e “tocca a Maurizio Maggiani di armarsi di tutto il coraggio del pettirosso per presentare temerariamente l’americano James Ellroy, il più grande scrittore del crimine, detto anche il Cane del Diavolo”.


Nell’articolo viene riportato “l’amore” di Maggiani per l’autore accompagnato da “invidia quasi patologica per la grandezza della Storia che sa raccontare” e un Ellroy che “anche se gongola non lo dà a vedere, per tutta la serata supplica il collega di tagliare il discorso, mima lo sgozzamento, sollecita domande brevi e dirette, come il suo inimitabile stile telegrafico.” Poi l’articolo riporta fedelmente frasi dell’autore americano che ammette di non aver mai letto Maggiani, di non conoscere Dante Alighieri e che per lui “il più grande arista di tutti i tempi è Nicolò Paganini”. Viene descritto un pubblico esaltato quando i due scrittori accennano a Volare. Ed ancora un Ellroy “paterno come un John Wayne”, che mettendosi nei panni dello “strizzacervelli”, ad un Maggiani stremato dice: “fai finta di essere felice, e scrivi di più, starai meglio. Sennò ti restano sempre droga e rock’n’roll”.
Il clima che trasmette il pezzo è ironico e lieve. La serata appare riuscita. Chi era presente è portato a confrontare la situazione ai propri stati d’animo ed ai commenti dei vicini.
Infatti le frasi di Ellroy, riportate fedelmente, vanno contrapposte con l’umore che al Teatro della Gioventù emergeva, soprattutto col mormorio che seguiva le domande di Maggiani. Il pubblico non pareva “divertito”, piuttosto sembrava attonito per quanto stava andando in scena. La prima domanda di Maggiani era una riflessione ridondante sul suo desiderio di fare il “buon presentatore”, sul fatto che in Italia si scrive “romanzo” sulla copertina, ma non capita quasi mai che di romanzo si tratti, sulla sua condivisione dei libri di Ellroy con un amico, per terminare con un confronto tra Ellroy e Dante, scrittore “cacciato, inseguito, bollato, minacciato”. L’autore dopo la prima domanda richiedeva seriamente a Maggiani sintesi, e gongolava forse, nel vedere il presentatore in difficoltà. Più l’ammirazione di Maggiani mista ad inadeguatezza emergeva, più l’autore americano rispondeva cinico. Il culmine è stato raggiunto quando Maggiani ha paragonato Ellroy ad un fratello maggior e, ricordando il Jimmy Hendrix adorato da ragazzo ed ha numerato i libri da lui pubblicati, dieci, confrontandoli con quelli pubblicati da Ellroy, diciassette. Poco dopo Ellroy ha sbottato, esclamando: “Mi sembra di essere il tuo analista!”. Volare, cantata per la seconda volta, appariva la via di fuga per alleggerire la tensione. Tutt’altro che un paterno John Wayne, l’americano sembrava più simile al sadico Antony Perkins del notissimo Psycho. Alcuni hanno definito la serata “inquietante”.
(Giovanna Profumo)