Sicurezza – L’antincendio è una conquista sociale?
Gassicuro.it è una campagna di attenzione alla sicurezza casalinga messa in atto da una schiera di soggetti istituzionali (Iride, Genova reti gas, Consulta associazioni consumatori e utenti, Comune di Genova, Vigili del fuoco). Ad ognuno il suo controllo, ammonisce il motto della campagna riassumendo quello più sviluppato stampato sul cartello nell’autobus. Alla rete ci pensa la società del gas, ad intervenire per le emergenze i vigili del fuoco, a te però spetta di controllare il tuo impianto attraverso le visite di legge a stufe e calderine.
La campagna non tiene però conto di un fenomeno sociale che si vede girando a piedi per le zone meno ricche della città, dove si scopre l’uso in grandi quantità delle bombole di gas propano, la classica “bombola di una volta”, che il metano aveva spazzato via insieme ai costi di gestione e alla pericolosità, sia per la metodologia di distribuzione che per le caratteristiche fisiche del gas.
Il Gpl richiede infatti una serie di accortezze aggiuntive rispetto al metano. Pochi sanno che il propano e il butano (i cosiddetti Gpl) hanno i vapori più pesanti dell’aria, tendenti quindi a stratificare in basso, ad infiltrarsi con facilità in fessure del pavimento, nelle intercapedini mal ventilate, nelle cantine, dove possono stazionare per anni in attesa che una sorgente di innesco provochi una fiammata o, peggio, una esplosione. Per questo motivo le bombole andrebbero tenute fuori di casa, sui terrazzi, limitato lo stoccaggio, sicuramente non abbandonate vicino all’immondizia perché, nel caso di incendio di un cassonetto, una bombola potrebbe esplodere per il calore.
Entrando nelle case dove sono usate le bombole, invece, si vedono situazioni che lasciano molto perplessi. Spesso si tratta di persone che non sono state formate per percepire il pericolo del gas, i tubi di collegamento sono scaduti e in pessime condizioni, senza le fascette, le bombole lasciate con la valvola aperta anche quando non sono in uso, posizionate all’esterno delle stufe che, modificate per il cambio da metano a Gpl, non dispongono del vano portabombola.
Probabilmente in pochi hanno la percezione della polveriera che si è creata per avere regole che non consentono l’allaccio del gas metano a queste abitazioni. Quindi, ancora una volta, la logica del buon senso viene scacciata dal semplice interesse economico, castrando di fatto in queste zone ogni sforzo di questa campagna sul gas sicuro e, come al solito, “pelando” i meno abbienti che non avendo la possibilità di bruciare l’economico metano, si devono accontentare del più costoso Gpl.
Forse una task force comunale, oltre a creare qualche posto di lavoro utile invece che pagare consulenti per i circhi di capodanno, potrebbe dare consulenza e controlli gratuiti per questa parte di umanità che in questo caso si trova costretta suo malgrado a trasformarsi nel “pericoloso” immigrato tanto decantato dai fautori del blocco delle frontiere, pronto ad esplodere con tutto il suo palazzo.
Purtroppo il gas non ha etica, si infiamma di nulla ed esplode di niente.
(Stefano De Pietro)