Informazione Una vita in poche frasi

La Repubblica di giovedì 21 gennaio ha riportato la notizia dello studente di 28 anni che si è ucciso nel giorno della sua impossibile laurea. Di esami lui ne aveva dati solo cinque, e per lunghissimi anni non era riuscito, non aveva potuto, non aveva osato dire la verità, e ha lasciato che le menzogne si accumulassero fino a costruire un muro. Al termine l’organizzazione della festa di laurea, gli inviti, il suicidio.


Una storia drammatica, tristissima, che colpisce le emozioni di chi la legge, e che fa chiedere – senza possibilità di risposta – come sia stato possibile cadere in questa angoscia interminabile e senza uscita.
Ma ecco, anche questa volta, l’articolo che “spiega tutto”. Purtroppo succede di frequente: il giornalista scova l’esperto di turno (in questo caso il Dott. Ferrannini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL 3 “Genovese”), gli pone quattro domande e riceve in cambio quattro risposte. Magari le riporta correttamente, magari le semplifica. Il risultato in ogni caso è un discorso inutile e arbitrario su una persona e su una situazione familiare che nessuno di quelli che ne parlano ha mai conosciuto.
Il giornalista è spinto dal desiderio di arricchire il suo pezzo, ma cosa spinge un esperto a esprimere valutazioni su una vita sconosciuta?
(Paola Pierantoni)