Omosessuali – “Nessuno uguale”: un viaggio che cambia gli sguardi

La Sala Carignano venerdì 15 gennaio si riempie lentamente, ma prima della proiezione è pieno. Pieno di quel pubblico indefinibile che va dal liceale al sessantenne. Un pubblico accumunato da interessi, sensibilità, e dal desiderio che le storie che gli verranno raccontate da lì a breve abbiano un senso. Un senso per decifrare il presente e per immaginare il futuro.
Il documentario “Nessuno Uguale” inaugura il forum su “I diritti negati” promosso da Il Ruolo Terapeutico di Genova. Il regista Claudio Cipelletti, che ha già firmato il film “Due volte genitori” (vedi OLI 241), questa volta mette in scena l’incontro tra un gruppo di studenti di scuole superiori e coetanei dichiaratamente omosessuali e lesbiche. Il documentario è del 1998 ma sembra girato oggi.


Disposte in circolo, dentro una grande aula, le facce degli studenti esprimono esitazioni, imbarazzo o accoglienza verso chi considerano diverso. E molta voglia di capire. In gioco è la possibilità di accettare che una coppia di omosessuali passeggi per mano in strada, senza essere oggetto di sguardi stupiti, e tantomeno picchiata. In gioco anche un’educazione all’amore che superi i pregiudizi con i quali molti ragazzi vengono generosamente alimentati. Claudio Cipelletti riprende consapevolezza di libertà, o incapacità di comprendere dei ragazzi delle scuole, a seconda di chi prende la parola. E lo spettatore parte per un viaggio di cui non conosce l’esito. Prima arrivano le domande rivolte ai ragazzi: “Perché non si tollerano gli omosessuali?”, “Perché è contro natura!”, risponde uno. Poi la riflessione sul perché l’omosessualità si nasconda. Infine l’incontro tra i due gruppi. E la narrazione di solitudine, inadeguatezza e dolore viene offerta da chi è omosessuale a chi è d entro e fuori della pellicola. Sentirsi marziani, essere compatiti o pestati, cercare insieme a se stessi un luogo dove riconoscersi ed essere accolti, superare l’idea di chi, in famiglia e fuori, ti considera malato. Le descrizioni dei giovani omosessuali ricordano, per profondità e registro, i racconti delle molte vittime di discriminazione che la storia della nostra civiltà ha prodotto nei secoli. Viene a galla l’agghiacciante insensatezza del pregiudizio insieme ad una modalità nuova di comprensione. Ed ha lo sguardo degli studenti che, man mano che il racconto procede, cambia. E si trasforma, accompagnato da parole come sollievo, gratitudine, identità, rassicurazione, amicizia. I due mondi si incontrano grazie all’occasione che viene loro data.
Il dibattito che segue la proiezione – presenti il sindaco Vincenzi, l’assessore Papi, don Porcile e responsabili dell’universo psichiatrico – chiede che all’omofobia sia rivolta la massima attenzione e che alle storie raccontate da Cipelletti venga offerto maggior spazio nelle scuole cittadine.
Se questa iniziativa inaugura il programma di incontri su omofobia, xenofobia, misoginia, scuola, promosso da Il Ruolo Terapeutico di Genova, non si può che essere grati agli organizzatori di questo viaggio.
http://www.agedo.org/
www.ilruoloterapeuticodigenova.it
info@ilruoloterapeuticodigenova.it
(Giovanna Profumo)