Lettere – Drop in: la BOA

Il “DROP IN”, che la associazione Afet Aquilone gestisce per conto del Comune, è un cosiddetto servizio di “prossimità”. Un canale, una mano tesa a chi per storia, condizione o stile di vita è escluso. Luogo di accoglienza per tossicodipendenti che vivono in strada con pochi o nulli contatti con servizi pubblici o del privato sociale specializzati sulle dipendenze patologiche.
Chi si rivolge alla BOA trova operatori che lo ascoltano senza pregiudizi, che gli offrono un panino, la possibilità di farsi una doccia e di lavare i propri indumenti, e che gli danno tutte le informazioni e i contatti se si vuole curare.


Il DROP IN però è anche un presidio per il territorio dove opera, perché è presente continuativamente con occhio vigile e richiede alle persone che lo frequentano di avere comportamenti adeguati, non solo all’interno del servizio, ma anche all’esterno. Lavora in rete con le associazioni, ma anche con i cittadini, e cerca di favorire condizioni di vivibilità e non di conflitto.
La prima sede della BOA è stata in Vico Tana dove, a una prima ostilità dei residenti, ha fatto seguito un buon apprezzamento che li ha portati a sostenere il servizio con una raccolta di firme per impedirne la chiusura. Merito della attenzione che gli operatori della BOA hanno posto nel coinvolgere gli utenti a comportamenti responsabili e collaborativi nell’operazione straordinaria di raccolta delle siringhe in tutta l’area circostante.
Attualmente il DROP IN si trova provvisoriamente in Piazzetta del Vico Nuovo, in attesa della nuova sede, predisposta dal Comune di Genova nella zona del Ghetto, nell’ambito del Contratto di Quartiere e del Progetto URBAN. Nel progetto è previsto un accesso diretto da piazza Santa Sabina per limitare il disturbo ai condomini dei palazzi adiacenti, e viene garantito che, in attesa del nuovo passaggio, gli operatori accolgano e accompagnino personalmente ogni utente: questo significa che oltre a una telecamera osservata costantemente da un operatore e posta prima dell’ingresso da Vico della Croce Bianca , un operatore andrà ad aprire e richiudere con le chiavi il cancello posto dai cittadini al termine di Vico San Filippo. Queste assicurazioni sono state date al Presidente del Municipio 1 Centro Est, che si ra fatto interprete delle preoccupazioni dei cittadini.
Alcuni cittadini (residenti?) tuttavia, in concorso con una parte della stampa locale, hanno sollevato polemiche unilaterali, mentre hanno disertato l’incontro appositamente convocato presso il Municipio 1 Centro Est dal Presidente Siri, in accordo con l’Assessore Papi.
Questi atteggiamenti non sempre “limpidi” non favoriscono il dialogo sociale nel territorio e rischiano invece di acuire incomprensioni e conflittualità che, forse, possono piacere a certe componenti politico-sociali, ma non di certo a coloro che vogliono concorrere a costruire maggiore vivibilità e sicurezza nel quartiere. Quando si riuscirà a entrare nella nuova struttura, gli operatori organizzeranno momenti di incontro aperti al pubblico. Questo per creare la possibilità di una rete solidale di “vigilanza attiva”.
(Miriam Cancellara Repetto e Rossella Ridella)