Siamo seri. Forti e altri progetti fatti per sognare

Sorprende l’inchiesta pubblicata sul Secolo XIX del 1° dicembre sui forti genovesi, ma ancor più l’articolo che l’accompagna di Bruno Viano “Investimento per 12 milioni”, dal quale veniamo a sapere che sono stati spesi 12 milioni di euro per “inseguire il sogno di trasformare i forti in strutture ricettive per la città”. Oggi più nessuno vuole, o può, sostenere le spese di manutenzione straordinarie.


Chi ha tirato fuori quei soldi? Né Stato né Comune, si affretta a precisare l’assessore competente, ma la Comunità Europea. Viano fa giustamente osservare che Bruxelles, prima o poi, ne chiederà conto, forse pretenderà la restituzione. Senz’altro, è prevedibile, penalizzerà la realtà ligure incapace a chiedere ma ancor più a gestire i contributi comunitari.
Ricordiamo tutti i titoloni dei giornali: “Il rilancio dei forti” (Secolo del 6/2/2002) “In funivia a Fort Disney – parchi giochi, beauty farm, agriturismo” (Repubblica Cronaca di Genova 7/5/2003) “Dal mare ai forti in funivia – Monteleone: solo sei piloni per volare fino a Begato”. (Repubblica Cronaca di Genova 7/5/2003). L’assessore aveva fatto sognare i genovesi; oggi il duro risveglio, magari con penalità per rendicontazione creativa. Che i giornalisti avessero esagerato? Nossignori è possibile verificare agli atti del Comune la “delibera – quadro sul programma di recupero, riuso e valorizzazione del sistema dei forti genovesi” n° 6 del 25/1/2002. I forti, quindi, rientravano a pieno titolo nei progetti elettorali. Quei progetti che devono colpire l’immaginazione dell’elettore, poi “che serà, serà…” cantava una canzone degli anni che furono.
Un dubbio: non è che i progetti che si affollano sui giornali da giugno a ieri l’altro (terzo valico, ILVA, water front e, ultimo in ordine di tempo, l’isola del petrolio) siano della stessa categoria?
Consigliamo ai candidati in corsa per la presidenza della Regione la lettura dell’”Intervento” del neo senatore eletto nel collegio di Albaro: “I progetti genovesi che cozzano contro le cinque I” (Repubblica – Genova del 3/12/2004). Zara avverte, con l’ardore del neofita, che l’emendamento sul fisco (Intempestivo, Inutile, Iniquo, Imprudente, Ingannevole) consiglia di “mettere mano per i molti problemi della nostra città ad un progetto possibile, alternativo ai molti progetti improbabili”. Con cattiveria ci dice che “il ridondante dibattito genovese è diventato stucchevole” perché le speranze sono limitatissime anzi nulle. “A questo nulla si aggiunge il nulla determinato dalla compattezza della maggioranza nel respingere tutti i molteplici emendamenti proposti dai deputati genovesi, volti a chiedere modesti ma concreti sostegni per il porto, le infrastrutture, la ricerca, la cultura e la sanità. Per non parlare dell’industria dimenticata e assente per quanto riguarda Genova…” Il discorso non piacerà a chi fa politica, ma ha un pregio: la chiarezza.
(Vittorio Flick)