Diritti umani – Emergenza civiltà
A Cosenza, il prefetto emana un ordine di espulsione nei confronti di un gruppo di rom rumeni colpevoli di essere poveri e di sopravvivere in baracche. Stando a quanto scrive l’appello redatto dall’Associazione Sucar Drom, la motivazione del prefetto è: “perché i rom costituiscono una minaccia concreta, effettiva e grave all’incolumità pubblica.”
A Roma viene sgomberato il campo Casilino 900 con un plateale dispiegamento di forze mentre le ruspe passano sopra a tutto ciò che i rom non sono riusciti a portare con sè.
Sono appena tornato dal quartiere napoletano di Ponticelli dove 400 rom rumeni vivono confinati in un terreno tra rifiuti, topi, baracche con tetti in eternit e con un tasso di tubercolosi che sfiora l’80%; l’unica acqua che arriva è quella portata dal tubo di un privato cittadino e a sue spese.
A La Spezia 4.000 persone ritrovatesi su Facebook chiedono al sindaco di autorizzare una manifestazione antirom. Il sindaco autorizza per venerdì prossimo.
Il leghista Giancarlo Gentilini chiede pubblicamente la rivoluzione contro gli zingari.
Sconcerta l’addormentamento, la quiescenza di fronte a ogni parola o fatto che esprima odio e disprezzo per l’altrui umanità. Ammesso che “gli zingari” rappresentino “l’emergenza” in Italia, non è proprio in questi casi che una nazione mostra tutta la sua fede nella civiltà? Mostra i propri convincimenti etici? Voglio dire, se crediamo nella civiltà come valore non è perché un rom delinque che cambiamo strada. Si, perché cambiare strada è il negare il rispetto a un popolo. Oggi, l’unica emergenza in Italia è quella legata al concetto di civiltà.
“Parla bene lei, ma lo sa che gli zingari rubano?”
E’ vero, alcuni zingari rubano, ma come si vive in un campo nomadi? E’ mai andato nessuno a vedere come vivono questi italiani di etnia rom o sinta in un campo nomadi? Ci sono situazioni in cui trecento persone vivono con due soli bagni. Per non parlare delle baraccopoli sparse per il nostro Paese. Chi vorrebbe vivere in simili condizioni? Chi vorrebbe far partorire la propria moglie sotto un ponte? Davvero si crede possano esistere persone che si crogiolino in simili brutture? Ma ci siamo mai posti la domanda: e se fossi nato io lì, sotto quel ponte, che vita avrei avuto?
Siamo tutti d’accordo nel definire i rom, fascia debole di questo Paese? E allora, con quale coraggio ci scagliamo contro una fascia debole di società? Non sarebbe da aiutare questo popolo che soffre e piange la propria emarginazione? Invece no, si imbastiscono addirittura campagne politiche sulla pelle dei rom e senza nemmeno sentirne rimorso.
Com’era facile essere dalla parte dei buoni quando, trent’anni fa, criticavamo il razzismo degli Stati Uniti nei confronti dei “negri” o quello dei bianchi Sudafricani. Era facile credere nei valori della civiltà, ma ora che siamo noi dall’altra parte, viene fuori tutta la nostra ipocrisia di italiani brava gente.
(Pino Petruzzelli)