Cinema – Un primo ministro tra catastrofi e risate
Sabato sera al Porto antico, sala cinematografica affollata di famiglie e adolescenti: si proietta 2012, film catastrofico con effetti speciali spettacolari e trama debolissima. Insieme ai miei nipoti assisto alle vicissitudini della famigliola che è la protagonista del film e che fugge da un continente all’altro scampando per miracolo a crolli e terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami, voragini che inghiottono intere città e placche continentali che collidono come giganteschi autoscontri.
I nostri sono diretti in Cina, dove i governi mondiali, informati per tempo della fine del mondo prossima ventura, hanno costruito gigantesche “arche” in grado di garantire la sopravvivenza della specie umana.
Mentre il diluvio universale incombe e si intrecciano vicende private e pubblici disastri, si svolge una teleconferenza dei capi di governo, in cui si annuncia che il Presidente degli Stati Uniti ha deciso di condividere la sorte del suo popolo e non si è imbarcato sull’arca. Con voce sepolcrale la prima ministra tedesca comunica che l’unico capo di governo europeo che ha scelto di non abbandonare la nave che affonda e di affrontare la fine raccolto in preghiera in Piazza San Pietro è il primo ministro dell’Italia.
A questo punto, mentre crolla il soffitto della Cappella Sistina, la sala scoppia in una collettiva, fragorosa, risata liberatoria.
Il giorno dopo mi documento un po’ su blog e simili: mi sembra impossibile che un fatto di questo genere sia passato inosservato.
E infatti trovo materiale in abbondanza. Intanto, pare che lo sghignazzo collettivo sia stata una reazione diffusa e condivisa da Aosta a Lampedusa: dunque non si tratta del solito cinismo genovese, ma di un comune sentire che, da un lato, mi consola un po’.
Però qui si innesta la querelle: ma sarà un tributo di stima del regista al prode Presidente del Consiglio italiano o sarà invece una subdola presa per i fondelli del medesimo? Anche se non sono mancate animose difese dello spirito di sacrificio e del prestigio internazionale del nostro, nonostante cuccù e corna, mi sembra che la seconda ipotesi sia quella più accreditata, e non solo tra i nostri connazionali. Segnalo infatti il contributo di una certa Franziska in un gruppo di discussione americano che definisce Berlusconi “old whoremonger”, vecchio puttaniere. In ogni modo è lo stesso regista a chiarire che il Primo ministro del film non è Berlusconi…
Cito letteralmente: “Volevamo che un capo di Stato di un Paese importante restasse indietro nella fuga perché si era fermato a pregare Abbiamo scelto quello italiano”, dice Emmerich in un’intervista.
Ma, come dicevano gli antichi, in cauda venenum: infatti aggiunge “Non c’è dubbio che, in un caso come quello del film il vostro primo ministro sarebbe il primo a correre in Cina per salire sull’arca di Noè. Per dirla tutta, ha già comprato un posto”.
(Paola Repetto)