Città – Qualche fischio turba gli osanna per Eataly
Ritornando ad Eataly (OLI 239)), il megastore di prodotti gastronomici di eccellenza di Oscar Farinetti che prossimamente arriverà a Genova, la destinazione per ora più plausibile è a Ponte Parodi. Il negozio potrebbe quindi trovare casa nelle strutture dell’Hennebique, sede dismessa dei silos granari del porto.
Accanto al terminal crociere sorgerà entro il 2012 un centro polifunzionale, che dovrebbe ospitare il meglio del made in italy. “Tre piani dedicati a mostre d’arte e collezioni documentali, anteprime cinematografiche” (Il Secolo XIX 6/11/09), mentre all’ultimo piano, per rilassarsi e fare shopping ad alto livello, il negozio ed i ristoranti Eataly. Possibile anche qualche struttura ricettiva alberghiera, il tutto a portata immediata dei croceristi.
La realizzazione del progetto “Museo Italia” (questo il nome provvisorio) entusiasma più strutture e personalità, dagli enti locali, che non hanno mai fatto mancare il proprio appoggio ad Eataly, all’authority portuale nella persona di Luigi Merlo, al consenso positivo già espresso dal governo. Il coro degli osanna all’arrivo di Eataly è abbastanza compatto, eppure.
Eppure qualche voce si distacca e protesta, in prima battuta per la visibilità e l’appoggio dato al progetto Eataly a Genova.
Quando fu ventilata l’ipotesi della collocazione alla Loggia di Banchi, l’associazione del Suq, festival genovese delle culture del mondo, accusò duramente il colpo e Carla Peirolero, la fondatrice, rilasciò alcune dichiarazioni sul piede di guerra. Il Suq è nato infatti alla loggia di Banchi (dove fu ospitato dal 1999 al 2004), e l’associazione fece parecchi tentativi di creare una sorta di Suq permanente, a Banchi oppure al mercato del Carmine. I progetti, fu la risposta del Comune, non erano compatibili con il progetto di Urban Center a Banchi (Il Secolo 18/9/09). Appena Eataly è stato invece considerato compatibile, è iniziata una petizione per sollecitare una spiegazione dagli enti locali, ed una collocazione per il Suq permanente. La domanda fondamentale è questa: come mai silenzio verso un evento che da dieci anni opera sul territorio creando occasioni di festa e crescita della consapevolezza sociale, ed al contrario piena accoglienza verso un’operazione essenzialmente commerciale, anche se di alto livello?
Il silenzio della stampa e degli enti, come si legge in questo numero (Silenzio su Critical Wine), avvolge ed ovatta anche altre piccole iniziative che rimangono lontane dalle dimensioni, le impostazioni ed i fasti del megastore.
Per saperne di più: Suq Genova sito web