Città – Spazi (pubblici) per dar casa ad Eataly?
Eataly sta per sbarcare a Genova. Sono mesi ormai che le voci si rincorrono, ma questa volta (forse) è la volta buona. Almeno a seguire il tam-tam della stampa locale.
Per chi ancora non lo sapesse, Eataly è un megastore di eccellenze enogastronomiche, il cui presidente è Oscar Farinetti. L’inventore di Eataly è un imprenditore di successo originario di Alba, figlio di un partigiano, il comandante Paolo, amico di gioventù di Carlo Petrini, il futuro fondatore di Slow Food.
Trasformò un’impresa familiare, Unieuro e poi Trony, in un megastore tecnologico di successo (ricordate “il profumo dell’ottimismo”?).
Successivamente, archiviate queste esperienze e ceduta la catena, il patron Farinetti lancia un nuovo progetto, portare in un megastore di qualità le eccellenze gastronomiche dei piccoli produttori italiani. E così nascono i primi negozi, a Torino, a Bologna ma anche all’estero (Tokyo, New York). La società si allarga, ed Eataly è attualmente in mano, per il 60% a Farinetti, per il 40% a Coop Marche, Piemonte, Liguria.
Ma seguiamo in dettaglio il walzer delle voci sull’arrivo del megastore.
Le prime risalgono al 2008: si ventila la collocazione alla stazione marittima, in un’area di circa 7mila mq (Repubblica-Lavoro 6/6/2008), ma nonostante il convinto appoggio di Burlando, la cosa non si realizza. Anche Merlo, presidente dell’Authority portuale, appoggia Eataly, nella prospettiva di rendere Genova “il porto fashion” dell’Expo 2015 (Repubblica Lavoro 8/6/2008).
Eataly ritorna sulle cronache ad Aprile 2009, quando circola l’ipotesi di sistemare almeno provvisoriamente il supermercato in centro città e Burlando esterna il suo appoggio all’iniziativa, sottolineando che tra Farinetti e la Regione esiste già una collaborazione.
E’ attivo infatti un progetto di promozione dei vini liguri a Tokyo (presso la struttura Eataly ivi aperta), cofinanziato dalla Regione Liguria e dai fondi dell’Unione Europea (destinati alla promozione dei vini liguri in paesi terzi), per un totale di 146mila euro.
La proposta successiva che rimbalza sulle cronache è la loggia di Banchi, collocazione suggestiva ma al di sotto delle necessità logistiche del supermercato. Inoltre in tal caso sarebbe inevitabile una convivenza con l’Urban Center. la Vincenzi si dimostra comunque favorevole ed interessata a mettere a disposizione uno spazio.
“La loggia è uno spazio pubblico, non sarà necessaria una gara per l’affidamento ad un privato?” chiede un giornalista (Il Secolo XIX 17/9/09) “Questo aspetto dovrà essere attentamente valutato”, è la risposta dell’assessore dello sviluppo economico Margini.
Pieno appoggio anche dal successore di Margini, Vassallo, che afferma “E’ interesse dell’amministrazione che Eataly venga a Genova e che trovi degna collocazione in un luogo che consenta al centro di sviluppare tutte le sue potenzialità” (Il Secolo XIX 3-11). D’altronde, ribadisce l’assessore, gli spazi di Banchi sono troppo limitati, Farinetti ha bisogno di migliaia di metri quadrati sul waterfront.
Una delle ultime proposte è quindi una sistemazione negli spazi demaniali di Ponte Parodi.
Proprio negli stessi giorni, al principio di novembre, l’assessore Vassallo si trovava a fronteggiare la rabbia dei CIV (consorzi integrati di via), che rimproverano al Comune – tra le altre cose – la mancanza di coinvolgimento nelle progettualità sul territorio, e la proliferazione di grandi centri commerciali ai danni del tessuto distributivo tradizionale. Chissà che cosa avrà risposto…
Per saperne di più: “Il mercante di utopie. La storia di Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly” – A. Sartorio, Sperling & Kupfer
(Daphne)