Cultura – Il sesso degli arabi

abato 7 novembre a Palazzo Ducale c’è stata la presentazione del libro “La prova del miele”, della scrittrice siriana che vive a Parigi, Salwa El-Naimi, (Feltrinelli, 2008), presenti Francesca Prevedello traduttrice del libro e Elisabetta Bartuli, arabista, docente della Ca’ Foscari di Venezia. Il romanzo narra degli incontri “amorosi” di una bibliotecaria araba che vive a Parigi. Alla domanda se si tratta di un’autobiografia la scrittrice ha risposto: “Magari!”.
Per Salwa El-Naimi, “gli arabi sono gli unici al mondo per i quali il sesso è una grazia di Dio”. Gli antichi testi arabi sul sesso, che sono, da sempre, la passione della protagonista del romanzo-saggio “La prova del miele”, concordano tutti sul fatto che “nella tradizione antica araba e musulmana il sesso non è un peccato ma al contrario è un’anticipazione di quello che proveremo in Paradiso.


Al contrario del Cristianesimo, nell’Islam e per gli arabi esiste l’unicità tra anima e corpo: quando il corpo sta bene anche l’anima sta bene. Il sesso non serve solo per la riproduzione, ma lo scopo principale è il godimento e uomini e donne vengono consigliati a farlo e a come farlo bene.”
Oggi molti arabi – dice Salwa – non conoscono questa tradizione e molti non sanno dell’esistenza di questi trattatati sul sesso scritti da uomini di fede. “La prova del miele” è stato censurato, per motivi che Salwa non sa spiegare, in alcuni paesi arabi tra cui la Siria (il suo paese) e l’Egitto. Ciò nonostante, il libro è un grande successo editoriale nel mondo arabo: Il libro, pubblicato in arabo a Beirut nel 2007, dalla casa editrice libanese Riad El- Rayyes è oggi alla sua quarta edizione. E la scrittrice dice orgogliosamente, non curante dei propri diritti d’autore, che il suo libro è uno dei testi più scaricati dalla rete nel mondo arabo. Nei paesi europei il libro è un best seller ed è stato comprato per essere pubblicato in vari paesi del mondo dagli Stati Uniti, al Giappone alla Turchia.
Una curiosità: “Il giardino profumato” scritto nella prima meta del 14° secolo da Shaikh Nifsawi è uno dei testi antichi di cui parla Salwa El-Naimi: nell’introduzione alla seconda edizione araba pubblicata nel 1993, dalla casa editrice Riad El Rayyes, leggo che il libro è stato processato e condannato dai nazisti come libro erotico volgare e che l’edizione tedesca (1905) e quella danese (1939) sono state sequestrate e bruciate.
Elisabetta Bartuli, che ha ben presentato Salwa e il suo libro, ha tradotto numerosi libri di interessanti autori arabi, tra cui “Una memoria per l’oblio” (Jouvence 1997) di Mahmud Darwish, di cui consiglio la lettura. Complimenti alla Bartuli per la buona scelta degli autori arabi da presentare in italiano, per la competenza, l’equilibrio e l’assenza di pregiudizi nelle sue parole sugli arabi.
(Saleh Zaghloul)