Comunicazione – La tragedia del copia incolla
I motori di ricerca consentono tra le altre cose di smascherare il copia incolla fatto dai giornalisti attraverso la ricerca della identità dei testi. Le notizie di agenzia una volta erano considerate una sorgente di ispirazione, mentre oggi sempre più spesso la tecnica della copia “papale papale” è divenuta una pratica molto diffusa.
Il copia incolla non si ferma però solo alla editoria, ha superato i limiti della redazione giornalistica approdando anche nell’ufficio di un primario operatore commerciale italiano. In questa foto di alcuni anni fa, scattata dal sottoscritto, è possibile assaporare la regola “edita copia/edita incolla” in tutta la sua ineluttabile sistematicità e ripetitività da soggetto a soggetto, da una e-mail alla successiva, da un ufficio al successivo fino alla tipografia, con la totale mancanza di controllo di quello che viene riportato a proprio nome, tra l’altro in una azienda certificata qualità secondo ISO 9000.
A me manca la sufficiente fantasia per riuscire a spiegare una tale mancanza di professionalità nella gestione di una cosa così semplice come fare un cartello, resta la foto con i suoi clamorosi errori e il significato drammatico che tale modo di operare si porta dietro, il riflesso di una società basata sullo stipendio più basso possibile e sul lavoro instabile e senza motivazione. Così nel privato come in un ospedale o un ufficio pubblico.
Il cartello restò lì un bel po’ di mesi, nonostante la mia segnalazione alla portineria e solo successivamente fu corretto.
(Stefano De Pietro)