Informazione – La donna nelle TV arabe
Nel mondo arabo, che si estende dal Marocco in Africa fino alla Palestina in Asia, passando per altri venti paesi tra cui Egitto, Libano, Giordania, Iraq ed Emirati Arabi, la rappresentazione della donna in TV è varia e diversificata, ma continua a dominare il modello europeo ed americano. Le fiction americane hanno lo stesso (molto) spazio che hanno nelle TV italiane, i format di “successo” nel mercato internazionale vengono riproposti quasi uguali, dai quiz ai reality show, dove è davvero difficile nascondere il corpo. I video clip musicali più trasmessi e più seguiti nelle TV arabe sono quelli di Haifa Wahbi, Nancy Ajram, Rolla ecc., che sono molto “belle”, o meglio dire “sexy”.
Naturalmente, la presenza e la rappresentazione della donna nelle TV arabe ha risentito dei cambiamenti dei costumi sociali avvenuti a partire dagli anni ottanta con l’ingresso in scena politica araba dei movimenti islamici per effetto della vittoria di Khomeini contro la dittatura dello scia in Iran (che non è un paese arabo). La presenza di donne velate è aumentata nelle strade e anche nelle TV. Non so se nel mio popolarissimo quartiere di Amman sarebbe possibile vedere oggi, come mi era successo nel 1971, quella minigonna (lanciata a Londra nel 1965) addosso ad una bellissima donna araba. E succede che una giornalista di Al Jazira (la CNN araba) decida, da un giorno all’altro, di presentare velata il telegiornale più visto nel mondo arabo. Ma quando si tratta di una libera scelta il discorso cambia; ad esempio, le donne italiane che scelgono di fare le suore devono o non devono continuare ad avere il diritto di velarsi?
In tutte le culture, in tutte le religioni ed in tutti paesi del mondo, chi più chi meno, è dominante ancora una cultura maschilista che mira ad escludere le donne da diritti che devono rimanere esclusivi dei maschi, diritti che riguardano soprattutto la sfera economica, lavorativa e quella sessuale. Scoprire volgarmente il corpo delle donne o nasconderlo completamente sono due facce della stessa medaglia: quella del controllo del corpo delle donne e delle donne stesse.
Nel mondo arabo (come in Italia) ci sono donne (e uomini) che lottano contro il controllo del corpo femminile, difendendo al contempo il diritto di ogni donna di scegliere cosa indossare, cosa far apparire e cosa nascondere del proprio corpo. I mezzi d’informazione italiani ignorano queste lotte e danno la massima visibilità a posizioni generalizzanti sostenute preferibilmente da persone arabe, che avvallano una visione che vuole le donne tutte sconfitte e vittime. Ciò non aiuta certamente le donne, serve solo a rafforzare stereotipi e falsi luoghi comuni sugli arabi, che sono alla base di xenofobia e razzismo. Purtroppo, è ancora molto più facile integrarsi e farsi accettare assimilandosi e rinnegando la propria cultura e religione d’origine che integrarsi esprimendo la propria diversità.
(Saleh Zaghloul)