Lobbies – Cinghiali sequel

Altra domenica, altro tratto di Alta Via, stessa sequenza. All’inizio del sentiero il cartello che annuncia la battuta di caccia e invita a fare attenzione. Un po’ come se sui cartelli nei cantieri anziché “vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori” ci fosse scritto “entri chi vuole, ma stia un po’ attento”. A seguire, le stesse bestie morte sul sentiero, questa volta due cinghiali adulti, e gli stessi cacciatori altamente visibili. Non è che si vada a caccia di cacce al cinghiale, è solo che piace andar per monti, con predilezione per i crinali.


I cacciatori che si incontrano per via sono in prevalenza anziani signori gentili, gente del posto. Non sono loro il problema. Il problema è chi detta le regole, e quindi Regione e Province. C’è un tratto di territorio che alla domenica viene condiviso da due popolazioni, di cui una , per brava e attenta che sia, pur essendo minoritaria costituisce un potenziale pericolo e un disagio per l’altra. L’incidente di domenica 18 di ottobre nei boschi dell’imperiese (anziano gravemente ferito da un compagno di caccia che ha sentito il rumore delle fronde e ha creduto di sparare a un cinghiale) ricorda che non si tratta di un rischio solo teorico. I cacciatori fanno un’opera utile, perché la presenza di cinghiali è eccessiva, procura danni e pericoli, e va regolamentata? Le istituzioni pubbliche che hanno responsabilità in materia devono regolare la questione in modo da rispettare i diritti di chi alla domenica vuole andar per monti, magari portandosi dietro cani e bambini, senza ansie, senza malinconie.
Chiediamo: perché la caccia al cinghiale non può essere esercitata nei giorni feriali (chi ama la caccia non avrà difficoltà a dedicarle qualche giorno di ferie), mettendo all’imbocco dei sentieri un nastro bianco e rosso che ne interdice l’accesso, e organizzando un sito in cui settimana per settimana siano indicate le aree di caccia? Qualcuno può rispondere?
(Paola Pierantoni)