Crimini nazisti. Chi vuole seppellire per sempre il passato
Quanti gerarchi nazisti sono fuggiti in Argentina passando per Genova tra il 1947 e 1951? Chi li coprì? Chi fornì loro passaporti e visti? Quali i nomi? Il Secolo XIX nell’estate del 2003 aveva dedicato una lunga inchiesta a questa vicenda. Durante un dibatto al Bagdad Cafè, Mino Ronzitti è tornato a parlarne. Tra i nomi noti quelli di Eichmann , Mengele, Priebke aiutati a fuggire da funzionari argentini, dalla CRI e da esponenti della curia genovese.
Siamo alla storia sospesa, perché nonostante i buoni propositi, c’è il dispiacere di alcuni con cui si deve fare i conti. Un dispiacere così grande che si è tramutato in pressioni affinché su quella storia venisse calato un pietoso velo. Un disappunto così elevato che nei fatti è stato impossibile l’accesso agli archivi della curia. Nello stesso giorno, 12 gennaio 2004, in cui a La Spezia inizia il processo per l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema e il governo italiano si costituisce parte civile, la Regione Liguria boccia un disegno di legge per una commissione d’inchiesta parlamentare che faccia luce sulle fughe dei criminali nazisti da Genova.
Una componente del centro sinistra non vota a favore. “Non è materia di competenza della Regione”. Un autorevole funzionario DS suggerisce a Ronzitti: “Lascia stare, il passato è passato!”. E siamo ai pellegrinaggi di Mino Ronzitti con i sopravvissuti ai campi di concentramento e alla volontà che “la storia non possa avere delle pagine che restano bianche”, e a quell’interesse collettivo di “scrivere la verità”. Mentre il governo argentino apre i suoi archivi, qui “è mancata una sponda, la sponda della politica e della cultura genovese”. Solo l’impegno di quaranta senatori del centro sinistra a chiedere che la commissione che si occupa degli armadi della vergogna indaghi anche su queste fughe. Quelli che per adesso mancano all’appello forse si sveglieranno di buon’ora l’anno prossimo per celebrare il sessantesimo anniversario della liberazione pretendendo con la stessa ostinazione verità e giustizia, cardinal Tarcisio Bertone permettendo.
(E.A.)