Lettere – Il sistema città secondo Charles Landry

Il 23 ottobre al Festival della Scienza Charles Landry, durante la conferenza “City making – L’arte di fare la città”, ha detto cose molto interessanti per gli amministratori delle città e per i cittadini. Ha usato parole che mi hanno colpito: “gli amministratori dovrebbero pensare alla città con ‘empatia’ e in modo ‘olistico’”. Inevitabile per me che abito nella periferia di Genova riflettere su alcune questioni. A Cornigliano nello spazio lasciato vuoto dall’Italsider si vedono cumuli di container “provvisori”, e la strada a mare che dovrebbe dare fiato al traffico cittadino a quando?


A proposito di traffico: a Sestri Ponente nell’area di Via Borzoli e Via Chiaravagna, un gruppo di cittadini ha compiuto un’indagine empirica per verificare la frequenza giornaliera del passaggio di mezzi pesanti (autocarri, autotreni, autoarticolati) che con il loro rumore e pericolosità intervengono pesantemente nella vita dei cittadini in una zona ad alta densità abitativa. In alcuni tratti di Via Borzoli chi incautamente decidesse di andare a piedi lungo la via metterebbe seriamente a rischio la propria incolumità e assisterebbe a gimcane dei mezzi pesanti che non riescono a passare contemporaneamente sulle due corsie. Da quella indagine è risultato un passaggio giornaliero di 635 mezzi, destinato peraltro ad aumentare perché in questa zona sono stati aperti cantieri per la realizzazione della strada a Scarpino, quello per i lavori al Parco Ingegneria agli Erzelli, le cave ecc. Anche la prospettiva di avere un nuovo stadio nello spazio dell’ex Colisa fa temere un forte impatto urbanistico e ambientale non sostenibile per queste zone della città. Questa area invece potrebbe essere utilizzata per completare la gestione della raccolta differenziata finalizzata al riciclo iniziata un anno fa a Pontedecimo e Sestri Ponente. Si potrebbe dire, infine, di un intervento riqualificante realizzato a Sestri Ponente: La Marina. Palazzi nuovi, barche all’attracco, nuove sedi per le società, bar, pizzerie… ma come ha detto un amico: noi Sestresi al massimo possiamo andarci a prendere un gelato alla Marina! Niente per spazi comuni come per esempio una piscina, una pista ciclabile, una zona di gioco. E niente panchine: ci si siede solo a pagamento. Ultima considerazione: “si dice” (uso questo termine perché non mi è capitato di leggerne notizia sulla stampa locale) che, a causa della chiusura di una linea di lavoro, si libereranno spazi presso la Fincantieri e che circolino già dei progetti. Ma come si pensa di informare e coinvolgere i cittadini sulle destinazioni d’uso di questi spazi? Sarebbe importante che gli amministratori fossero capaci di guardare alla città in modo più “empatico” ed “olistico”, come suggerisce Charles Landry.
(Luisa Campagna)