Cemento – Quel pugno in un occhio sul colle di Murta

225Chissà quante volte vi è capitato di percorrere a Bolzaneto la strada che corre parallela all’alveo del Polcevera, in fondovalle. Ecco, all’altezza della collina di Murta, alzate gli occhi e guardate cosa vi si para di fronte: non è un villaggio dei Lego catapultato sulle alture di Bolzaneto, è un (nuovo) quartiere residenziale venuto su rapido e rigoglioso come un fungo.
La prima cosa che uno si chiede riguardo alle nuove costruzioni è “ma cosa sono?”: grosse finestre con saracinesche, colori sgargianti, tetti da piramide azteca. E fin qua non è difficile trovare una risposta, basta fare due domande in giro oppure salire a vedere: sono villette, a quanto pare costruite secondo i dettami della bioedilizia.


Certo, i gusti sono gusti e se a me piace una casa a pois birulò, fatta a forma di tostapane oppure a cubo rosso verde e giallo con muraglie di prato artificiale, che problema c’è?
Il problema c’è, eccome: non si può evitare la seconda domanda: come hanno fatto a costruire in un modo così scriteriato su quella collina? Murta è un piccolo centro rurale, ricco di insediamenti storici di grande valore culturale e architettonico. Nel Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (strumento regionale di pianificazione) del 1995 infatti la collina di Murta è classificata, dal punto di vista insediativo, come una piccola isola ID-MA in una grande area ID MO. Decifrato per i comuni mortali: un’isola felice da preservare in un tessuto urbano eterogeneo e disorganizzato.
Per essere più precisi, la sigla ID MA indica “una definita caratterizzazione ed un corretto inserimento paesistico, tale da consentire un giudizio positivo sulla situazione….L’obiettivo della disciplina è quello di mantenere sostanzialmente immutati i caratteri complessivi dell’insediamento, in quanto vi si riconosce l’espressione di un linguaggio coerente e un equilibrato rapporto col contesto ambientale. Sono pertanto consentiti esclusivamente interventi di limitata modificazione delle preesistenze ed eventualmente di contenuta integrazione dell’insediamento purché nel rispetto di caratteri peculiari della zona e dei suoi rapporti con l’ambito paesistico”.
Quanto sia stato rispettato – o violato – l’ambito paesistico, lo si può giudicare coi propri occhi. Le villette sono state costruite tra marzo 2006 ed ottobre 2008, e la stampa locale (consultata sull’intervallo di tempo dei due anni) non ha menzionato il fatto in alcun caso. Gli unici riferimenti si trovano in rete, grazie ad un blog sulla Valpolcevera che ha documentato passo dopo passo, con commenti sconsolati e fotografie, l’avanzamento del bio-ecomostro ( http://polcevera.blogspot.com/search?q=murta ), e continua a registrare nuovi cantieri ed edifici misteriosamente apparsi. In una città con la crescita demografica a zero, commenta l’autrice del blog “molte case sono sfitte e disabitate anche a Murta, mi chiedo se sia proprio necessario costruire così!”.
La domanda rimane senza risposta, così come quella generata dalla disturbante vista delle villette: che fine ha fatto la tutela del contesto paesistico sulla collina di Murta?
(Eleana Marullo)