Informazione – La regia della paura

Informazione Su Repubblica del 5 luglio Ilvo Diamanti scrive “…oggi il premier si è trasformato nell’Authority della Paura. Che stabilisce quando sia legittimo oppure no: avere Paura. Sentimento incoraggiato quando ne sono bersaglio gli immigrati… ma quando i problemi coinvolgono l’economia e il lavoro, le ragioni dei fatti passano dalla parte del torto” Esercizio: in quali contesti si addensa la parola “paura” sulla stampa cittadina? Da una breve ma sistematica indagine dei giorni appena passati (dal 1 al 6 luglio) ne emergono tre: Primo, gli immigrati. Con una novità: alla paura dell’italiano per il minaccioso migrante, dopo il decreto sicurezza si è aggiunta quella del migrante per il minaccioso italiano. Così ora tutti hanno paura di tutti.


Secondo, i treni. C’è voluta una catastrofe per farla emergere. Che si tratti di disastro ambientale o di incidente sul lavoro, la catastrofe (molti morti in ambiente scenografico) è assolutamente indispensabile: in assenza, nessuno va a fare domande, a guardare binari consumati, norme di sicurezza ignorate. Questa è una paura che alla lunga può recar noie, ma (lo dice l’esperienza) basta aspettare un tempo ragionevole e tutto si quieta. Terzo, le donne. Questo è un classico, un evergreen che non ci viene mai a mancare. Va molto bene se c’è di mezzo uno straniero. Altrimenti è una notizia di sfondo, di semplice routine. Domani chissà, i contesti possono cambiare. Ma si può star certi che non verrà a mancare una attenta regia, che soffierà dove serve, soffocherà dove è necessario, lascerà correre dove è indifferente. Sarebbe bene non distrarsi, perché i registi della paura ci portano dove nemmeno loro sanno: “Per fare efficacemente paura bisogna aver paura, e chi ha paura non ha il pieno controllo della situazione” (Luisa Accati, “Il mostro e la bella” Raffaello Cortina Editore).
(Paola Pierantoni)