Diritti – Quelli dei migranti e quelli delle donne
Il 3 giugno, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto alla Comunità di Sant’Egidio, sua ospite a Montecitorio che “I figli degli immigrati nati in Italia che frequentano le scuole è giusto che abbiano la cittadinanza”.
Secondo “Generazione 2”, associazione dei figli degli immigrati nati in Italia, la cittadinanza è il problema prioritario.
Quando questi ragazzi scoprono che non avere la cittadinanza li priva di una serie di diritti e servizi riservati ai cittadini italiani, si sentono fortemente discriminati e ne sono profondamente colpiti.
Occorre modificare la legge sancendo l’automaticità del diritto alla cittadinanza per tutti coloro che nascono in Italia. La legge 91/92 prevede invece che debbano fare una domanda entro un anno dal raggiungimento della maggiore età se hanno vissuto legalmente e senza interruzione di residenza in Italia.
Accade molto spesso che per certi periodi siano stati irreperibili per gli uffici dell’anagrafe e che la domanda non venga presentata entro un anno: diventa così molto difficile ottenere la cittadinanza.
Le rigidissime norme della legge 91/92 sono vecchie e risalgono di fatto alla legge della cittadinanza del 1912. In base a questa legge, ad esempio, fino al 1975, la donna italiana che sposava un cittadino straniero perdeva la cittadinanza italiana, fino a quando la Corte costituzionale con sentenza 87/75 ne ha dichiarato l’illegittimità nella parte in cui prevede la perdita della cittadinanza italiana indipendentemente dalla volontà della donna.
Solo dal 1983 la donna italiana ha potuto trasmettere la cittadinanza italiana ai figli nati dal matrimonio con un cittadino straniero, quando la Corte costituzionale con sentenza 30/87, ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art.1, par.1, della legge del 1912 che stabiliva la condizione di cittadino solo per i nati da padre italiano. Fino a poco tempo fa erano discriminate le stesse cittadine italiane ed i loro figli, mai come allora fu così evidente l’unicità della lotta per l’emancipazione delle donne italiane e la lotta alla discriminazione razziale.
Occorre superare le culture arcaiche per stare al passo delle nuove società democratiche nelle quali le diversità non devono influire sull’accesso ai diritti.
(Saleh Zaghloul)