Migranti – Respingimenti in cinque note
Uno. Molti degli “irregolari” in Italia ci arrivano da perfetti “regolari”, con tanto di visto, solo che alla scadenza non rientrano nei paesi di origine. Aggiungiamo quelli che il permesso di soggiorno lo perdono per via delle condizioni impossibili del rinnovo (se perdi il lavoro perdi il permesso). Quanto a quelli che arrivano senza alcun titolo – né permessi, né visti, la gran parte entra dai confini terrestri: dai paesi dell’Est Europa, ma anche dagli stessi paesi dell’Unione Europea.
Bene: i famosi respingimenti violano il diritto di asilo ma non contrastano tutti questi ingressi irregolari e tutte queste cause di irregolarità che rappresentano il 95% del fenomeno della clandestinità.
Via mare passa solo il 5% degli irregolari, e circa un terzo di loro ha il diritto all’asilo politico. Nel 2008, circa 13 mila dei 37 mila entrati via mare hanno ottenuto il diritto al permesso di soggiorno per asilo politico.
Due. Il diritto d’asilo è un diritto fondamentale previsto dalla costituzione italiana. La curiosità è che non sono stati i costituenti comunisti ad insistere su questo fondamentale diritto internazionale, ma è stata la parte cattolica e liberale. Basta ricordare che fino al 1989, fino al crollo del muro di Berlino, dell’Unione Sovietica e del socialismo reale, in Italia questo diritto aveva una grande importanza, ricordiamoci dei dissidenti russi e degli altri paesi dell’est.
Tre. A proposito di ricordi, molti in questi giorni hanno ricordato il 1997, e le 95 persone morte quando una motovedetta italiana speronò una nave di migranti. Governava Prodi, e l’allora capo dell’opposizione Berlusconi si fece fotografare in lacrime per le vittime. Oggi il Primo Ministro Berlusconi sostiene che “negli sbarchi vi sono persone reclutate in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali”.
Quattro. Reclutati da organizzazioni criminali? Roberto Saviano su Repubblica del 13 maggio descrive un’altra realtà: le rivolte contro la mafia (Castelvolturno, Rosarno), dice, non sono state fatte dagli italiani, ma dagli immigrati africani arrivati coi barconi, che “difendono non solo i loro, ma anche i nostri diritti e pongono una attenzione su quei luoghi e su quei poteri mafiosi che altrimenti non ci sarebbe stata”.
Cinque. Undici del mattino del 12 maggio, presidio sotto la Prefettura di Genova organizzato da CGIL, CISL, UIL, ARCI. Mi trovo a parlare dei respingimenti con altre tre persone. Una dice: “ma come ci siamo ridotti! Fini a destra di Rutelli e Fassino!”, e il giovane del gruppo: “intendevi dire a sinistra di Rutelli e Fassino…”, il terzo ride: “lapsus!”.
(Saleh Zaghloul)