Anziani – Nella nebbia delle quote

-Mi scusi ho un anziano da ricoverare…
-Ecco qui un elenco di una trentina di strutture che fanno il caso suo. Può anche scaricarselo da internet (http://www.asl3.liguria.it)
-Ma le differenze… il costo, l’assistenza ad esempio…
Sono un funzionario pubblico e non posso favorire nessuno. Bisogna che sia lei a telefonare.


L’impiegata sorride gentile. Possibile che non esista un elenco delle strutture convenzionate con relativa diaria giornaliera? E che uno che si trova già nella m. fino al collo debba mettersi al telefono, fare ore di attesa con musichetta e rinvii per poter essere informato d’una cosa ufficiale? Il fatto sembrava impossibile anche a Michela Costa che nel 2008 – ancora direttore generale del Brignole, quelle informazioni aveva cercato per confrontare (quanto variavano, quali servizi garantivano) la tariffa del “suo” istituto con quelle degli “altri”. (OLI 224 – Assistenza – L’emergenza anziani in una città di vecchi)
La tariffa di 40 € in vigore da poche settimane al Brignole (prima era di 37), era a suo parere insufficiente a coprire i costi di cibo, pulizie e assistenza non sanitaria. “Il nostro problema più grande era l’inadeguato riconoscimento dei costi sanitari, ma anche l’aspetto alberghiero dava il suo contributo al deficit. Anche perché al Brignole, tranne il servizio a richiesta di guardaroba personale, nulla era a carico del ricoverato. Ma la nostra era una struttura pubblica, dovevamo offrire un servizio accessibile anche a chi di soldi ne ha pochi, non potevamo addebitare agli utenti il costo pieno”.
La media delle tariffe praticate dalle strutture convenzionate oscillava tra i 40 e i 60 euro al dì: una differenza sensibile rispetto alle entrate del Brignole. Marina Petrini (direttore del Distretto sanitario medio Ponente) conferma la nebbia che avvolge il rapporto tra soldi chiesti e servizi forniti, e sottolinea la questione dei servizi non inclusi (cita un caso in cui veniva fatta pagare a parte anche l’acqua calda) che finisce per avere una incidenza aggiuntiva tutt’altro che trascurabile ( vedi tabella).
Basterebbe, dice, che quando viene fatto il protocollo di accreditamento venisse chiesto alla struttura cosa è incluso, e cosa è escluso dal prezzo. Per poi comunicarlo agli utenti. Un discorso “da casalinga” – aggiunge – che però non viene fatto.
I costi della assistenza sanitaria nelle strutture convenzionate sono coperti dalla Regione: in misura complessivamente adeguata secondo Marina Petrini, inadeguata invece secondo Michela Costa, specialmente se una struttura (è il caso del Brignole) deve farsi carico di persone con forti esigenze di assistenza sanitaria, come i ricoverati in riabilitazione post ospedaliera (in aumento per la tendenza a dimissioni sempre più precoci). L’ammontare complessivo in Liguria è di circa 67 milioni di euro all’anno, il 2,2 % dei circa 3 Md € del bilancio sanitario regionale; la metà, circa trentaquattro milioni di euro, è assorbita da Genova, per i suoi 2300 ricoverati anziani. Cifra considerevole anche se insufficiente a soddisfare la richiesta (si parla di liste di attesa di un anno / un anno e mezzo).
Domanda: quali sono i metodi e i parametri adottati per esercitare il controllo in un settore così impegnativo e che tocca cittadini per lo più con scarsa o nulla autonomia? Quali informazioni arrivano, alla fine, agli utenti?
(Paola Pierantoni)