Violenze. Metamorfosi di una notizia

La violenza bruta ed immotivata contiene das Heimlich, un elemento perturbante, che infastidisce la coscienza, e costringe ad isolarlo come altro da sé, per poter ristabilire un ordine rasserenante. In quest’ottica può essere letta la metamorfosi di una notizia che ha avuto luogo sulle pagine di un giornale locale.


Il fatto di cronaca è il seguente: un gruppo di tre ragazzi infierisce su un capotreno che li aveva costretti a pagare il biglietto e poi si da alla fuga. La ricostruzione della dinamica è affidata ai pendolari testimoni del fatto. Sul Corriere Mercantile (Gazzetta del Lunedì) del 14/11 si legge:
“il capotreno avrebbe sorpreso tre giovani stranieri senza biglietto. Dopo averli invitati a scendere, mentre si apprestava a multarli, il capotreno è stato assalito a calci e pugni… La speranza è che il racconto dei pendolari possa dare un volto ed un nome agli extracomunitari autori del pestaggio”. Si passa con disinvoltura dal condizionale all’attribuzione certa della colpevolezza.
Le indagini smentiscono la ricostruzione, che non trova eco, in questi termini, su nessun altro quotidiano locale. Qualche giorno dopo (20/11), il Corriere Mercantile titola “Botte al capotreno, preso il branco”, e traccia finalmente un ritratto degli autori del pestaggio: “15, 17 e 20 anni, operaio studente e disoccupato”, “incensurati, figli di famiglie oneste e ora sconvolte da quel sussulto di prepotenza e follia”. Come un misirizzi che ha oscillato da una parte si slancia con vigore nella direzione opposta in osservanza alle leggi cinetiche e all’energia potenziale, l’articolo sottolinea con ridondanza lo spirito civico della “viaggiatrice ecuadoriana” testimone del fatto (in poche righe si legge “ha dichiarato la straniera agli agenti”, “dopo l’allarme lanciato dall’ecuadoriana”).
Dall’extracomunitario al branco, la notizia è comunque imbandita, das Heimlich è, ancora una volta, esorcizzato.
(Eleana Marullo)