Scuola – Quando la bellezza non è (più) una priorità

C’era una volta una casina diroccata, confinante con i tetti di una scuola elementare e materna vicino al mare. Gli scolari la guardavano dal loro terrazzo al piano, incuriositi. Ci imbastivano sopra delle storie. La chiamavano la ” casa dei fantasmi e delle guardie” perchè nella parte di edificio ancora in piedi ci stavano i vigili. Poi, dopo una estate, tornarono a scuola: transenne e muratori sul tetto: la casa era stata venduta. E il pezzo di tetto, pur continuando a fare da tetto all’asilo, si trasformò in uno splendido giardino, circondato da impenetrabili siepi.


E ancora oggi, su quel tetto che copre la scuola elementare puoi vedere un prato e un terrazzo spazioso con bimbini che pedalano beati sui loro tricicli, tra scivoli e casette rifugio. Non sono gli alunni della scuola ma i frugoli abitanti l’antica casina. Gli scolari sono al piano di sotto ad imparare a leggere e a scrivere.
Messaggio a chi cede tetti di scuole: i giardini sui tetti mica sempre buttano bene e poi si diceva che su quegli spazi di sopra non ci fosse diritto di calpestio. Per non dire della collocazione di pesi. Invece ci sono panchine, tavoli e sedie, fioriere di coccio, lastricato di pietre; in lontananza anche una palma maestosa…
Domanda – d’attualità in questi giorni terribili – E la sicurezza di chi ci sta sotto? I luoghi in cui custodiamo i nostri ragazzi, i nostri bambini, spesso sono così: la scuola in questione, è sì a due passi dal mare, ma si affaccia su una delle strade più inquinate in città. Per gli spazi scolastici stato e istituzioni locali per anni hanno tirato a campare, affittando qua è là. Da quanto tempo la scuola non è più una priorità? Solo di recente, e per le ragioni drammatiche che sappiamo, si è tornato a parlarne.
E che dire delle scuole “scomparse”, ree di occupare posti di pregio?
Lo storico asilo comunale in via dei Maristi, sfrattato insieme alla scuola elementare, ora è una splendida palazzina dal giardino incantevole. Stessa fine per la materna dell’Opera Pia e per la scuola elementare Don Milani: i pensionati rendono. Accorpamenti a gogò e non soltanto per questione di costi. Il liceo King spezzettato su tre sedi per mancanza di aule.
Vuoto il Nautico in Piazza Palermo, tra progetti di silos, intanto pare ci andrà il Municipio. Giusto liberare spazi appetibili: con la mazzata dell’Ici, il Comune fa quello che può.
L’antica sede del Conservatorio, villa Raggio in via Pisa, immersa nel parco: che bel posto sarebbe stato per farci un polo scolastico. Dopo il liceo Musicale arrivarono diverse strutture pubbliche, ora è stata sgombrata, rientrando nella vendita in blocco dei gioielli di proprietà della Sanità Regionale. Interpellato il Tar, a cui gli eredi hanno fatto ricorso: la donazione vincolava a scopi sociali. E tanti ancora rimpiangono il campus universitario, immaginato nell’ex ospedale di Quarto. Troppo lusso ragazzi, tornate con i piedi per terra.
(Bianca Vergati)