Comitati – L’orologio di piazza Marsala

Nella mappa dei “comitati” pubblicata su Repubblica (6 febbraio 2009) il suo nome non si trova. Forse perché il comitato di p. Marsala – conosciuto anche col nome di “comitato dell’orologio” – dei comitati che oggi van di moda non ha i modi di fare un po’ pesanti tipo “o come vogliamo noi o a ferro e fuoco”. O, più probabilmente, perché è l’unico comitato presieduto da un nero, un gigante ugandese di nome Idriss che a turno con altri colleghi sovrintende ai park della piazza. Compito assolto con modi urbani, largheggiando in sorrisi ed esibendo uno splendido italiano. Gentilezza, sorrisi, presidenza nera, luogo di riunione – sulla medesima piazza – il locale farinotto (“dicono che ho fatto il mio tempo che è un consumo di nicchia; e io che credevo che fosse il locale troppo piccolo”): tutte ragioni per farne un comitato di serie C, sconosciuto ai più.


Eppure il comitato dell’orologio meriterebbe più attenzione; non fosse perché ha accettato – a modo suo – l’appello della sindaco di non menarla troppo coi marciapiedi che vanno a pezzi e invece “guardare in alto”. E proprio guardando in alto Idriss e altri perdigiorno come lui hanno scoperto qualche mese fa che dopo un temporalone notturno l’orologio della piazza accusava un ritardo di una quindicina di minuti. Robetta di fronte all’eternità ma sufficiente a mettere in discussione la sua stessa natura: può continuare a dirsi orologio pubblico un orologio in ritardo? O il difetto di una misura pubblica, condivisa ne mina definitivamente credibilità e utilità? E’ Idriss – pensate: nero e immigrato!- che per primo ha posto il problema. In Africa, in Uganda, ha detto, un orologio pubblico è più importante che in Italia ma anche qui non si deve scherzare. Da settimane infatti era costretto a spiegare a riottosi proprietari di auto che era l’orologio della colonnina del park a fare legge – “funziona col satellite” – e non quel simulacro del tempo condiviso a 8 metri di altezza sull’angolo della piazza.
Parlane oggi parlane domani e alla fine è nato il comitato, spontaneo e trasversale come quelli veri. Linea d’azione: comunicare il fatto all’autorità a cominciare dai vigili. Dovreste chiedere a Idriss di rifare per voi la scena delle loro facce quando gli illustra il problema. Disperate, attente, ostili, incuriosite; i più gli chiedono da dove viene o chi glielo fa fare o quanto guadagna; uno addirittura – “ma credeva che lo prendessi in giro”- lo ha mandato “afanculo”.
Due mesi di tentativi s’è fatto strada lo scoraggiamento. Anche il farinotto, un fautore della prima ora, è andato in crisi. Così fino a ieri l’altro quando iniziava l’ora legale. “Vuoi vedere, ha detto speranzoso, che quelli del Comune hanno aspettato il cambio dell’ora per metterlo a posto e fare due lavori in uno?”
Ma ieri lunedì il ritardo era di un’ora e 15 minuti: il solito più l’ora che era rimasta solare. Meglio non guardare in alto, almeno all’orologio di p. Marsala.
(Manlio Calegari)