Precari 2 – Infermieri o badanti: è il futuro, ragazzi!
“Non ho mai sentito mio figlio piangere così disperato. Ragioniere precario, che ha perso il lavoro”. E’ l’incipit della lettera di un padre di Trani a Michele Serra sul Venerdì di Repubblica di 13 marzo. Quanti genitori vedranno altre lacrime? Anche a Genova è un bollettino di guerra, un esercito silente di precari, da aziende piccole, piccolissime, alle grandi multinazionali, come alcune che avevano interessi nel porto.
Bagagli in mano e rimpianto nel cuore in quarantanove se ne sono andati via dalla Mersk, ragazzi e giovani padri di famiglia. Fuori i 14 lavoratori di China Shipping con preparazione di buon livello, ma che in questo momento non riusciranno a ricollocarsi. Così per i 27 dipendenti della Deep Sea (Corriere Mercantile, 3/3/09). Un po’ d’incentivi, sei mesi forse di cassa integrazione, a fatica concessa dalla Regione e via. Ma via dove?
All’Hapag-Lloyd, altra società che opera nel marittimo vige la consegna del silenzio. Non si danno informazioni sulla sorte dei dipendenti, ti rispondono gentili, ma pare che a tanti non verrà rinnovato il contratto. Sono lavoratori di cui poco o niente si parla, qualche cenno “di spalla” in quarta pagina per un giorno e poi stop. Spariti. A questi non resta che scorrere gli annunci di lavoro che, udite udite (Sole 24ore Nord Ovest, 25/2/09) pare in Liguria ci sia: missioni in aumento del 43,7%. Ovvero interinale nella sanità. Commenta l’assessore ligure alle politiche sociali (quello che non è voluto andare in Europa ad occuparsi del ruolo di Genova, qui aveva più da fare): “Sentiamo meno la crisi per l’alta percentuale di occupati nei servizi alla persona”. Ma come siamo contenti: infermiere o badante, è il futuro, ragazzi.
E tutti quelli che si sono “qualificati”, dolorosamente dovranno guardarsi intorno al più per un posto da assistente sanitario. Come dire, industria , imprese, servizi, porto, nisba: qualche timido segnale forse nella metalmeccanica, turismo, ristorazione. Ma non si diceva che mancavano pure gli ingegneri? Che futuro si prospetta per noi? Giovani in fuga, soltanto pensionati. E a seconda di come gira la Gronda pare si sloggino abitanti ed industrie.
Ora però anche la Cgil dice basta: pensiamo al lavoro, spazio alle aziende o ci troveremo tutti ai giardinetti, proclama infuriato il sindacalista di turno.
L’Italia è un Paese vecchio, contro i giovani, e Genova ne è l’esempio eclatante. Al di là della crisi, che per noi sarà solo uno iato più grande. Non funzionerà neppure il familynet, gli amici degli amici che forse procureranno il lavoro, come spesso non ha funzionato la meritocrazia, il poco lavoro che c’era, oggi è sparito. Dove la nostra classe politica agé ne rappresenta l’antitesi, non ha concesso, né concede il ricambio. Anzi sempre più intrecciata nel microcosmo d’interessi particolari non ha saputo lanciare oltre lo sguardo, al futuro di una città, di un territorio, attenta soltanto a preservare collaudati consensi.
Basta pensare che la più grande azienda in città è il Comune. Che quando una istituzione vuole propagandare la sua efficacia dice di aver stabilizzato i precari. Precari assunti come?
(Bianca Vergati)