Immigrazione – Scivolare all’indietro su un piano inclinato
Il riordino dei documenti del Forum Antirazzista ha fatto emergere in questi giorni una lettera del 13 gennaio 1997 che dà la misura di quanto sia ripido il piano inclinato lungo il quale stiamo scivolando.
Si tratta di una comunicazione che le quattordici associazioni del “Forum Antirazzista di Genova” e l’Associazione “Ambulatorio internazionale di Città Aperta” avevano inviato all’allora assessore regionale alla sanità Franco Bertolani e al presidente della “Conferenza dei sindaci” della USL3 Sergio Rossetti, in merito alla assistenza sanitaria agli immigrati, regolari e non.
All’epoca le norme in materia erano molto sommarie, e prendevano in considerazione l’immigrato solo in quanto “lavoratore”. Inoltre era ancora grande la diffidenza degli stranieri che si avvicinavano con difficoltà al nostro sistema, alle sue regole, alla sua burocrazia.
Per rispondere alla domanda di salute degli immigrati irregolari nel 1994 era nata a Genova l’Associazione Ambulatorio Internazionale di Città Aperta”, tuttora operante in Vico del Duca. Vi aderivano più di cento medici, ma le persone che lo frequentavano non erano solo immigrati senza il soggiorno: moltissimi erano perfettamente in regola, ma preferivano quella sede per le modalità di relazione che sapeva offrire.
Quel che le associazioni chiedevano alla Regione era di rendere il servizio pubblico altrettanto accessibile sia a chi il permesso di soggiorno lo aveva, sia a chi non lo aveva, quindi: interventi sugli aspetti formali e burocratici, ma anche formazione degli operatori, informazione per gli immigrati, inserimento di mediatori culturali nelle strutture sanitarie.
Ovviamente quel che avveniva a Genova avveniva anche in molte altre città e regioni italiane, e questa attenzione sociale fece sì che negli anni ’90, a fronte della vaghezza della legislazione nazionale, si sviluppasse in materia una legislazione regionale: il Veneto con la Legge regionale 9/90 fu la prima a prevedere una assistenza sanitaria anche a chi era presente irregolarmente, ma diverse altre seguirono.
E’ questo movimento, questa diffusa attenzione al problema, che ha portato nel 1998 alla svolta della legge Turco – Napolitano che nell’articolo 35 stabilisce:
“Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva.”
specificando:
“L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.
(Paola Pierantoni)