Porto – La difficoltà d’essere normali

Quanti articoli sul porto di Genova sono usciti sulla stampa negli ultimi due mesi? All’incirca un paio al giorno. Se non ci credete cliccate su www.portogenova.blogspot.com dove oltre all’elenco completo ci troverete i link di altri siti utili per saperne di più. Ci troverete anche un po’ di articoli di Eddy Glover – pseudonimo preso a prestito dal mitico rappresentante (più di mezzo secolo fa, nel 1954) della Commissione di inchiesta sul crimine nel porto di New York – utili a spiegare perché di una cosa (il porto) di cui la stampa ha parlato così tanto (in genere con competenza) la città continui a capire così poco. L’ha fatto notare anche la sindaco che pure non è Candido nell’intervista pubblicata su Repubblica del 14 gennaio 2009. “E’ curioso – ha detto – che in questa città la questione del porto venga sollevata da don Gallo e risolta dal prefetto”, per dire: non vi sembra strano che ques tioni di tale portata vengano affrontate fuori dei canali istituzionali?


Niente di personale col prefetto – ha aggiunto la sindaco – che è un funzionario intelligente ed è anche amica mia ma il suo intervento è la prova dell’anomalia di una città che non si rassegna ad essere normale. Una città dove tutte le categorie portuali, a fronte degli adempimenti di legge, preferiscono invocare la particolarità dei loro rapporti o della loro storia, rifacendosi a tempi mitici quando tutto filava liscio e degli affari del porto si parlava in stanze segrete. Tempi neppure troppo lontani, precisa la sindaco, in cui il porto viveva “sulle relazioni personali, coinvolgendo personaggi come Siri ma evitando la trasparenza istituzionale”. Tempi a cui è necessario porre fine anche perché le soluzioni del passato hanno mostrato gli aspetti inquietanti che in città ormai tutti conoscono.
Invece il porto per superare la difficile stagione che si annuncia ha bisogno di dosi massicce di normalità e di trasparenza. Per questo a fine settembre scorso, è entrato in campo anche il prefetto (Repubblica 29 settembre 2008). Forte del fatto che gli argomenti delle Compagnie – ostili al bando di gara per la fornitura di lavoro temporaneo – anche se giuridicamente poco fondati avrebbero finito per sollevare in città problemi di ordine pubblico, ha strappato al governo l’autorizzazione, per il Consorzio, di rinviare di tre mesi il termine della gara. E ha offerto il suo ufficio come una sorta di Svizzera dove le parti potessero esprimersi in libertà; spiegarsi e se possibile mettersi d’accordo. Così fino al 15 gennaio quando il prefetto ha dichiarato (Repubblica 15 gennaio 2009) che se qualcuno aveva interpretato il suo intervento come un rinvio sine die aveva sbagliato e che da quel momento gli incontri dovevano mirare a una soluzione e svolgersi alla presenza della Autorità portuale. Ha detto testualmente “la trippa per gatti è finita”. In altre parole: che il porto non è questione privata e che anche a Genova il tempo dei “sì ma” è finito.
(Manlio Calegari)