Informazione/2 – Segno meno per l’Italia

Che i giornali vivano una situazione difficile, con calo delle vendite e degli introiti, anche pubblicitari, è ormai consapevolezza diffusa. I dati annuali diffusi dalla Fieg nell’agosto 2008 sono: -7,5% Il Giornale; -4,9% la Repubblica; -4,6% Libero; -4,4% Corriere della Sera; -2,9% Il Sole 24 Ore; -2,8% La Gazzetta dello Sport; -1,8% Il Secolo XIX. In lieve crescita solo La Stampa (+0,3); L’Avvenire (+0,5) e Il Messaggero (+1,06).
Ma una visita al sito www.lsdi.it del gruppo Lsdi (Libertà di stampa, diritto all’ informazione) suggerisce considerazioni più articolate e meno categoriche: dipende dalla scelta del punto di osservazione.
In questo caso il panorama è mondiale e i dati sono quelli forniti ai primi di giugno 2008 dalla WAN, World Association of Newspapers (www.wan-press.org) che dal 1986 pubblica annualmente il suo rapporto.


Dunque, a livello mondiale le vendite delle testate sono aumentate del 9,37% negli ultimi cinque anni, e del 2,57 % nel 2007.
Quanto alla pubblicità lo share riservato ai giornali è leggermente calato nel 2007 (27.5% rispetto al 28.7%), ma la stampa rimane il secondo maggiore media dopo la televisione, con ricavi superiori rispetto a radio, cinema, outdoor, e internet.
Se poi ai quotidiani si aggiungono le riviste, lo share è del 40%, contro il 38% della tv, mentre i ricavi crescono del 12,84 % dal 2003 al 2007.
I dati sono da leggere tenendo conto che “74 dei 100 quotidiani a maggior diffusione nel mondo vengono pubblicati in Asia”, e che mentre le vendite crescono in Sud America ed Asia, diminuiscono negli USA, in Europa e in Australia.
In particolare nella Unione Europea dal 2003 la diffusione delle testate a pagamento è diminuita del 5,91 %.
Se si tiene conto però della diffusione dei quotidiani gratuiti si ha una crescita del 9,61%: infatti la stampa gratuita copre il 7% nella diffusione mondiale, l’8% in USA, e ben il 23% in quella europea (25% in Italia), e si espande a gran velocità: +173,2% nel quinquennio.
I giornali però, suggerisce Lsdi “continuano ad allargare la propria penetrazione con un’ampia varietà di pubblicazioni gratuite o di nicchia”, e attraverso il rapido sviluppo delle piattaforme on line che nel mondo, dal 2003, sono aumentate del 50,77%. Non necessariamente con conseguenze catastrofiche sulla lettura delle edizioni stampate e sul rapporto complessivo con l’informazione: viene infatti citato uno studio condotto negli USA secondo cui le persone affiancano in genere la frequentazione dei siti web alla lettura almeno settimanale dei quotidiani, con un aumento dell’audience complessiva dell’8%.
Per l’Italia solo un segno meno (*): di 193,8 copie di quotidiani a pagamento ogni 1000 abitanti adulti (259,2 in USA; 300,2 in Germania; 385,3 in UK); il suo share di pubblicità televisiva del 54% (33,4 in USA; 27 % in UK; 23,9% in Germania), e la sua posizione ancora arretrata (59,7%) nella penetrazione di internet (73,6% in USA; 68,6% in UK; 63,8% in Germania) (**).
(Paola Pierantoni)
(*) dati Fieg
(**) Fonte: http://www.internetworldstats.com/stats14.htm