Bus/1 – A un amico che chiedeva

A un amico che chiedeva, a me cattolico del dissenso, cosa pensavo della propaganda ateistica sui bus genovesi, ho risposto più o meno così. Soldi gettati al vento: gli italiani sono in buona parte già atei. Aver privilegiato in questi anni l’avere sull’essere, mettere come si sta facendo l’uomo ben poggiato sulla pancia anziché sulla testa, l’aver propagandato il consumismo spinto ai massimi livelli da tutti i mezzi di comunicazione sociale, specie da quelli in mano a Mediaset, ha trasformato gli italiani in gente per la quale conta solo, il possedere, la comodità, l’arte raffinata di difendere il proprio orticello infischiandosene di quello degli altri, cioè di tutti. Di tutto questo gli italiani possono ringraziare Berlusconi e soci e non si capisce perché la gerarchia cattolica non l’abbia ancora capito. Può esservi posto per Dio in un mondo così fatto? Su un altro fronte ci ha provato il Comunismo, ma gli è andata meno bene, in quanto l’ideologi a aveva in seno anche gli anticorpi capaci di arginare la fede cieca nel materialismo ateo. E poi il Comunismo non è stata in certo modo l’Idea cristiana impazzita?


Gli artefici di questo nuovo ateismo strisciante, ma neanche troppo, hanno un bel dichiarare la loro fede nei valori etici del cattolicesimo, nelle radici cristiane dell’Europa. Evidentemente non conoscono, e comunque non gliene fregherebbe un bel niente, la pagina di Giovanni in cui si racconta come Gesù scacciò i mercanti dal tempio: …”Fattasi una frusta di funicelle, scacciò tutti dal tempio (…)disseminò il denaro dei cambiavalute, rovesciò i banchi e disse ai venditori di colombe: Portate via questa roba di qui e non fate della casa del Padre mio una casa di mercato. (Gv. 2 / 15-17). Le leggi che servivano per i loro comodi, i nuovi mercanti, se le sono fatte tutte e ora stanno pensando a un balzello da imporre ai più poveri dei poveri, quelli che priverebbero, se potessero, anche di un luogo dove preg are il Dio unico. “Ci penserà la recessione”, ha ribattuto il mio amico. “Non credo”, ho risposto. E’ probabile che in avvenire si consumi meno, che l’uomo cominci a capire che riporre la propria sicurezza solo nei beni della terra è una moneta che non paga, ma ormai il veleno ha fatto strada. E poi siamo così sicuri che la recessione economica non incattivisca gli animi, anziché elevarli verso qualcosa che trascenda la materia?”
(Giovanni Meriana)