Cara Daphne

Cara Daphne, ogni minuto della giornata vale un euro, che il nostro pensiero accantona idealmente e immediatamente consuma destinandolo a qualche spesa. Perché sì, non ci si può certo “togliere qualche sfizio”, anche quello diventa una semplice riga nel quaderno dove si appuntano gli stratagemmi per arrivare alla fine del mese.
Il tempo non scorre, è congelato, come tu davanti all’estratto conto che ti rimette lo sportello del bancoposta. Un immobilità spaziotemporale nella quale si tenta di far mente locale e comprendere a che cosa corrispondano quei € 21,33 addebito altri gestori del 29/11/2008.
E così tu, che appari intraprendente agli occhi degli altri, sei in realtà ferma. “Dovrai calmarti prima o poi!” e aggiungono “Io alla tua età avevo già Andrea.. Se volessi potresti farti una famiglia”. Dal tuo nonluogo vorresti ribattere che il tuo metronomo ha perso il tempo e non può certo darlo ad un altro essere, per di più vivente.
Se non sei stanca, fai finta di niente, abbozzi un sorriso. Altrimenti il peso dei centoventi minuti all’ora che ti occorrerebbero per aver un bambino ti schiaccia.
Ti avvii verso casa e speri solo che tra l’autobus e il dopocena ci sia lo spazio per aprire un libro e venti minuti per riprendere tempo.
Ciao,
(Alisia)