Diossina – Chissà chi lo sa

Venerdì 12, incontro al margine dello sciopero.
Lui a me: “Sei in pensione?” (In realtà lo sa benissimo ma da un po’ non ci si vede)
Io: “Da quattr’anni.”
Lui: “Ricevo il vostro giornalino”.
Io taccio anche perché non mi va che chiami la NL giornalino.
Lui (che per la cronaca fa il sindacalista) insiste “Ma a cosa serve leggere il giornale?”
Io prendo tempo e lui “Fammi un solo esempio di una cosa che hai letto negli ultimi 10 giorni su Berlusca, i giudici, l’economia o quel che ti pare che già non sapevi”.
La prendo larga e sul filo del patetico. “Sai, vivo solo; il giornale è… un un modo per dialogare col prossimo: conferme, domande…”.
A questo punto lui mi ha guardato con una espressione stupita, quasi imbarazzata; comunque non favorevole.


Torno a casa e ho in mente la sua faccia, le sue parole: lui è un amico anzi, come si diceva una volta, un compagno. Lavora nell’apparato sindacale; magari sa cose che gli altri, noi, invece… Come sempre comincio a leggere il quotidiano (Repubblica 12 dicembre) dalle pagine locali. Titolo a piena pagina “Diossina mortadella al bando. Sequestrate sette tonnellate nelle province liguri”. L’assessore regionale alla sanità dichiara “La situazione in Italia e nella nostra regione è completamente sotto controllo. Di questo i cittadini possono stare tranquilli.” Aggiunge che bisogna evitare le psicosi che rischiano di mettere in ginocchio il mercato. Più o meno le stesse parole pronunciate, dal responsabile dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare: “Carne alla diossina nessun pericolo” (Repubblica 11 dicembre). Sarà ma resto perplesso; mi fa piacere che anche Legambiente lo sia: se è tutto a posto perché sequestrano la mortadella? So benissimo che c’è un sa cco di persone competenti in grado di rassicurarmi. Sono le stesse che scrivono le cose per i politici e che questi ripetono anche se non è la parte che toccherebbe a loro. Loro invece dovrebbero spiegare perché nei maiali c’è la diossina, perché non se ne erano accorti, che cosa nella macchina della produzione e dei controlli del territorio e di tutto il resto non ha funzionato; insomma perché non hanno visto e sentito e credono di cavarsela invitandoci a scegliere il made in Italy.
Incautamente perché nella stessa pagina compare un altro articolo (“Pecore tossiche abbattute”) da dove si capisce che i maiali irlandesi sono in buona compagnia. A Taranto più di un migliaio di pecore sono appena state abbattute e altre 700 stanno per fare la stessa fine: in discarica, rifiuto di tipo 1 cioè rifiuto tossico altamente pericoloso. La decisione era già stata presa due mesi fa. Perché? Semplicissimo: perché sono piene di diossina. A Taranto la diossina ha ucciso e continua a uccidere bestie e cristiani. Imputate le fabbriche, Ilva in testa. Le fabbriche sono l’occupazione e l’occupazione è il ricatto. Si potrebbe almeno ridurre le emissioni come proposto dal Consiglio regionale della Puglia ma le aziende resistono, chiedono sconti proprio come il governo italiano fa in Europa.
Domanda all’amico compagno sindacalista: per caso, mortadella a parte, lui sa come stanno le cose qui attorno?
(Manlio Calegari)