Precari – Un giorno nella vita di Ester
Prima di dormire, inumidisce un batuffolo di cotone di latte detergente alla calendula e lo passa intorno al contorno occhi più volte, con lenti movimenti rotatori, a togliere fino alla più invisibile traccia di ombretto e mascara.
La giornata di Ester finisce così, ogni sera quello è l’ultimo gesto, che tira tutte le fila e fa riapparire, nudo di trucco e senza difese, il suo sguardo.
Ester ogni mattina si alza dal letto alle 7. Fa colazione con una tazza di latte, orzo e cereali. Si veste, in modo informale, corre a lavorare in un negozio, fa la commessa partime. Ci rimane fino alle 12.30. Non è dura, l’unico appunto è la sveglia, inesorabile e puntuale, ogni giorno. Con questo lavoro paga l’affitto di una piccola casa in periferia, dove vive con un vecchio gatto ed un pesce rosso vinto al Luna Park. L’amministrazione. Le bollette
Prima di dormire, inumidisce un batuffolo di cotone di latte detergente alla calendula e lo passa intorno al contorno occhi più volte, con lenti movimenti rotatori, a togliere fino alla più invisibile traccia di ombretto e mascara.
La giornata di Ester finisce così, ogni sera quello è l’ultimo gesto, che tira tutte le fila e fa riapparire, nudo di trucco e senza difese, il suo sguardo.
Ester ogni mattina si alza dal letto alle 7. Fa colazione con una tazza di latte, orzo e cereali. Si veste, in modo informale, corre a lavorare in un negozio, fa la commessa partime. Ci rimane fino alle 12.30. Non è dura, l’unico appunto è la sveglia, inesorabile e puntuale, ogni giorno. Con questo lavoro paga l’affitto di una piccola casa in periferia, dove vive con un vecchio gatto ed un pesce rosso vinto al Luna Park. L’amministrazione. Le bollette.
Torna a casa, giusto il tempo di uno spuntino veloce, poi riposa per due ore. Ester è stanca e non ha tempo di pensare, e questo è il suo amuleto per non sprofondare, come un topo bianco d’avorio, come un omino gobbo, come un quadrifoglio.
Alle 15 Ester si sveglia e va a lavorare in un centro commerciale, fa la promoter di telefonia mobile, quattro ore al giorno, a giorni alterni, su turni, compreso sabato e festivi. La cosa che le pesa di più, in questo lavoro, è il sorriso ostentato e la necessità di interpellare di continuo la gente, quando quello di cui lei ha più rispetto, al mondo, è il silenzio. Con le promozioni Ester paga il cibo per sé, le crocchette per il gatto ed il mangime per il pesce rosso; una pizza al mese con gli amici, una birra ogni tanto. Rossa o doppio malto.
Alle 21 Ester è di nuovo a casa e cena tranquillamente. Spegne il cellulare perché, almeno per qualche minuto, non vuole parlare con nessuno. Vuole che i pensieri si muovano liberi, fluidi, gratuiti ed armonici almeno per sé. Per qualche istante desidera che il suo tempo scorra senza apporvi un’etichetta col prezzo. Così ridicolo da scuoterle il ventre con piccoli sussulti di riso isterico, che fortunatamente riesce a bloccare prima che esondi la diga dell’autocontrollo.
Alle 23 Ester ravviva un po’ il trucco, si mette della lingerie vistosa e una vestaglia di chiffon a fiori, accende il pc e fa partire il cronometro. Con il lavoro ad una videochat erotica Ester paga le spese dell’automobile, il dentista, le visite mediche e gli altri imprevisti. I regali di Natale. Il parrucchiere, ogni tanto.
Prima di dormire, inumidisce un batuffolo di cotone di latte detergente alla calendula e lo passa intorno al contorno occhi più volte, con lenti movimenti rotatori, a togliere fino alla più invisibile traccia di ombretto e mascara.
(Daphne)