Centro storico – La difficile arte della partecipazione

Gli incontri dei “liberi cittadini della Maddalena” narrano la fatica di reinventare la politica e la partecipazione. Nessuna storia collettiva alle spalle a garantire a priori un terreno comune, nessuna struttura con le sue regole codificate ad indirizzare e proteggere il confronto, nessun ruolo di direzione formalmente riconosciuto e assegnato a gratificare e sostenere chi si assume il compito di pilotare il gruppo verso direzioni, obiettivi, risultati.
Le persone raccolte ora in un locale ora in un altro della zona saranno una trentina, e sono unificate solo dal territorio in cui vivono, ciascuno ci vive in modo diverso, le domande che il territorio pone sono complesse, le risposte possibili tutt’altro che univoche.


Nelle riunioni il discorso procede per cerchi, avanzamenti, arresti. Chi propone una direzione che conduce verso un obiettivo e una azione si trova frequentemente bloccato da interventi che riportano il discorso ad una circolarità senza uscita, e deve quindi attendere un momento nuovamente propizio per rompere il cerchio e suggerire uno spostamento.
Pare di assistere ai primi passi della democrazia, sperimentata attraverso una partecipazione diretta che, al prezzo di una grande dedizione di tempo e di energie, una trasformazione nel rapporto tra cittadini, e tra cittadini ed amministratori la può davvero produrre.
Gli argomenti sono quelli che rimbalzano anche sui giornali: spaccio, prostituzione, moria di esercizi commerciali, assenza di spazi per bambini ed anziani, conflitto tra vita notturna e diritto al riposo, assenza di spazi e risorse per iniziative culturali, viabilità, topi, e possibilità di controllo e di indirizzo sui fondi che verranno stanziati per il “recupero” della zona.
Senz’altro interessante il metodo scelto per affrontarli, perché include una volontà di rapporto con il mondo esterno al cerchio dei “liberi cittadini” della zona: l’Arci in quanto soggetto che gestisce circoli e locali nel centro storico, il comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, gli studenti, gli abitanti di altre zone dei vicoli, le associazioni degli immigrati, operatori culturali.
Con la forza che viene dalle 600 firme raccolte nel quartiere e dalla visibilità conquistata sui mezzi di informazione è stato ottenuto anche il confronto con le istituzioni: in questi mesi si sono succeduti incontri col Patto per lo sviluppo locale della Maddalena, col Civ (Centro integrato di via), e con Circoscrizione, Comune e Prefettura.
Si tentano suddivisioni di compiti e “specializzazioni” per argomenti. Vengono decise delegazioni che relazionano al gruppo sugli esiti di riunioni ed incontri. Osservazioni, testimonianze e pensieri corrono su internet.
Di fatto si tenta la politica: un fiore fragile e raro, di questi tempi.
(Paola Pierantoni)